Anticorruzione: stop agli ex politici negli enti pubblici

palazzo-madama-montecitorio.jpg
Matteo Renzi il 22 ottobre 2012, rivolgendosi a Giovanna Melandri, da poco nominata Presidente della Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, dichiarava: “c’è una vita fuori dalla politica, c’è un mondo, la bellezza delle relazioni, mettersi in gioco nel privato, come è possibile che ci sia ancora una via d’uscita come il MAXXI quando esci dal Parlamento?”.
Renzi, dunque, appariva favorevole a porre fine a quel fenomeno che gli inglesi chiamano revolving doors, “porte girevoli “, cioè l’occupazione da parte dei politici di incarichi direttivi negli enti pubblici una volta cessato il loro incarico da parlamentare o governativo. In Italia questa è una prassi più che consolidata. La maggior parte dei politici che nella scorsa legislatura sedevano in Parlamento o erano membri del Governo, infatti, dopo sono stati nominati a dirigere fondazioni, authority, enti e organismi pubblici di vario tipo.
Posti di grande potere per intenderci.
Il problema ha trovato una soluzione solamente a livello locale. Grazie ad un decreto del 2013, attuativo della legge anti-corruzione, infatti è stata prevista l’incompatibilità per gli ex Consiglieri Regionali e dei Comuni sopra i 15.000 abitanti a ricollocarsi negli enti pubblici, dopo la cessazione del loro incarico politico.
Piena libertà invece per i pesci grossi.
Ed infatti, chiunque abbia ricoperto ruoli nazionali – quindi ex ministri, ex parlamentari, ex sottosegretari – può migrare a piacimento da un incarico all’altro, da uno stipendio all’altro, da una indennità all’altra, senza alcun limite.
Lo stesso Presidente dell’Autorità Anti-corruzione, Raffaele Cantone, ha affermato con chiarezza che “questa lacuna va colmata”.
Per questo motivo il M5S ha presentato un emendamento al ddl anticorruzione a prima firma della portavoce Serenella Fucksia, che va proprio in questa direzione, precludendo il ricollocamento degli “ex” (politici) nei due anni successivi alla loro uscita dal Palazzo a ricoprire incarichi negli enti pubblici.
Speriamo solo che questa volta le parole di Renzi non vengano smentite per l’ennesima volta dal suo stesso PD, esattamente come è accaduto con l’emendamento M5S bocciato in Commissione Giustizia che prevedeva il DASPO per i politici corrotti, anch’esso richiesto proprio da Renzi.
Basta inciuci. Basta giochi di potere. Basta favoritismi. E’ questo che chiede il M5S.