Il viadotto Italia che conduce verso Atene

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“L’Italia è ben protetta da ogni possibile shock” derivante dal caso Grecia. Inoltre la strategia del governo italiano “punta a maggiore crescita, riforme strutturali, tagli alle tasse e un profilo del debito sostenibile. Il recente Documento di Economia e Finanza dimostra esattamente che questa strategia è fattibile ed efficace”. Benvenuti nella favola di Padoan nel Paese delle meraviglie.
Il Paese delle “operazioni fantastiche” di Renzi che poi (toh!) si trasformano nell’incubo della desertificazione del territorio casertano ad opera di Whirlpool-Indesit.
Il Paese dove il debito non cresce di oltre 5 miliardi al mese come invece succede in Italia.
E soprattutto il Paese in cui non è necessario trovare i soldi per cancellare ben 70 miliardi di tasse nei prossimi anni sottoforma di clausole di salvaguardia, mazzate fiscali predisposte in gran parte proprio dal governo attuale.
E’ sostenibile una crescita basata su grandi opere che sventrano il territorio, sfamano gli squali delle varianti in corso d’opera, sollazzano le cricche corrotte, per restare infine incompiute o crollare poco dopo l’inaugurazione?
E’ sostenibile una crescita senza investimenti pubblici (il Def ammette che restano sostanzialmente al palo) che la crisi mondiale ha dimostrato essere, se indirizzati bene, l’unico volano per far ripartire davvero la domanda aggregata e quindi l’economia?
E’ sostenibile la crescita con i tesoretti immaginari?
E’ sostenibile la crescita con le mancette spacciate per sgravi fiscali e coperte con i tagli draconiani agli enti locali che si tramutano in aumenti di tasse regionali o comunali e in ridimensionamenti dei servizi essenziali (trasporti, sanità, asili, assistenza…)?
E’ sostenibile la crescita con la disoccupazione che aumenta e la finta nuova occupazione dei contratti a tutele crescenti che comunque sono in numero minore rispetto alle cessazioni?
E’ sostenibile la crescita delle clausole di salvaguardia che colpiscono i contributi di imprese e autonomi per coprire la decontribuzione dei finti stabilizzati del Jobs Act?
E’ sostenibile la crescita con gli ammortizzatori come la Naspi che varrà per gli stagionali molto meno rispetto a quanto pesa per gli altri lavoratori precari? O con la Discoll (indennità di disoccupazione) per i collaboratori che ancora non decolla?
Il M5S ha ben chiaro che se aumenta la diseguaglianza tra i pochi sempre più ricchi e i tanti sempre più poveri non potrà mai esserci crescita sostenibile. Ecco perché serve subito un Reddito di cittadinanza.
Alice-Padoan dice, inoltre, che l’Italia delle meraviglie è immune dal pericolo greco grazie allo scudo di Draghi e alla virtuosità delle riforme in via di attuazione: peccato sia bastato uno stormir di fronde sui mercati per riportare lo spread del decennale oltre i 140 punti base. E peccato che, se la Grecia non paga i debiti, ci vada di mezzo anche l’Italia per almeno 30 miliardi.
Il paradosso finale è quello di un governo che sostiene “né tagli né tasse”, sperando di cavalcare l’onda di liquidità della Bce, e poi, invece, nelle pieghe del Def mostra di non crederci così tanto. Infatti, i benefici dei fattori esogeni (Qe, prezzo del petrolio basso, dollaro debole) sono stimati come trascurabili nel Documento stesso.
Le favole del governo, come al solito, si scontreranno con la realtà a settembre-ottobre. Il Def è come il cemento depotenziato dei viadotti o l’intonaco delle scuole d’Italia. Se non si cambia direzione, il crollo sarà inevitabile e fragoroso.
Il M5S non si rassegna alla polvere e alle macerie.