La politica addormentata si sveglia dopo la #marcia5stelle per il reddito di cittadinanza

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Se oggi il governo e le altre forze politiche parlano della necessità di introdurre misure per contrastare la povertà è solo grazie alla battaglia portata avanti dal Movimento 5 stelle sin dall’inizio della legislatura e grazie anche alle 50.000 persone che lo scorso 9 maggio hanno deciso di marciare per il reddito di cittadinanza da Perugia ad Assisi.
Una marcia che è servita per svegliare la politica, da anni dormiente sul tema povertà, e nella quale migliaia di persone hanno chiesto di aiutare i 10 milioni di cittadini che sono rimasti indietro nel nostro Paese, relegati ai margini della società.
Famiglie in difficoltà momentanea, precari, lavoratori autonomi in difficoltà, pensionati, giovani, disoccupati che, così come accade in tutti gli altri Paesi civili, chiedono al proprio Stato di poter avere una vita dignitosa, di poter trovare un lavoro ed essere liberi dai ricatti.
Cittadini abbandonati in Italia da tutte le forze politiche tranne che dal M5s che appena arrivato in Parlamento, già nel 2013, ha presentato la propria proposta di legge sul reddito di cittadinanza.
Dopo il grande successo della marcia, persino il governo, la maggioranza e la Lega hanno cavalcato l’onda per chiedere l’introduzione di un reddito minimo. Proprio quelle forze politiche che in questi ultimi 2 anni non hanno mosso neanche un dito.
La nostra proposta di legge sul reddito di cittadinanza è in discussione al Senato dallo scorso mese di gennaio. Se il governo e la maggioranza vogliono passare dalle parole ai fatti, allora lo facciano in commissione, senza ritardare l’iter e senza perdere tempo.
Il tavolo è già aperto, vi aspettiamo in Commissione.