Tagli in Bankitalia, ma si “risparmia” solo sui controlli alle banche

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Tagliare, risparmiare, alleggerire. Una bella cosa.
Peccato però, che anche i tagli agli “sprechi” nel nostro Paese si trasformino regolarmente in occasione per eliminare ciò che serve ai cittadini, e che magari ostacola i disegni della Casta.
Stiamo parlando stavolta della casta banchiera. E in particolare della Banca d’Italia che, come sappiamo, malgrado il patriottico nome è invece saldamente nelle mani delle banche private ed è ridotta a succursale locale e passiva del sistema bancario europeo.
Una lettera giunta ai parlamentari dal sindacato Sibc (Sindacato indipendente della banca centrale) denuncia che i consiglieri, in palese conflitto di interessi, hanno deciso di tagliare la struttura organizzativa e funzionale di Bankitalia. Risparmi antispreco? Macché. Le sedi di Bankitalia hanno oggi un compito fondamentale: vigilare sulla correttezza dell’attività bancaria. Quindi, zac. Tagliate via, in modo da diminuire ulteriormente i controlli ad un sistema bancario che già gode di ogni riguardo da parte del governo. La scusa della “spending review”, poi, è particolarmente ridicola, visti gli stipendi stellari di cui godono i dirigenti dell’istituto e che nessuno si sogna di ridurre.
Insomma, Bankitalia non è indipendente dai suoi azionisti privati. I quali, se con una mano tagliano (ciò che è utile), dall’altra prendono (un grasso utile): arrivano generosi dividendi per le banche quest’anno, grazie al regalo della legge IMI-Bankitalia contro il quale il M5S si scagliò con forza beccandosi anche degli “eversivi”.
Toccare le banche, si sa, è ormai diventato eversione… d’altronde, sono loro che governano. E non vogliono che nessuno le controlli più.