Contratti pubblici, il governo intimidisce la Consulta

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Sta per avvicinarsi un’altra data fatidica per i conti dello Stato. Il 23 giugno la Corte Costituzionale si esprimerà sul blocco degli adeguamenti salariali del pubblico impiego, blocco che risale al 2010. Assisteremo ad un nuovo caos analogo a quello del congelamento della Riforma Fornero?
Per non saper né leggere né scrivere, l’Avvocatura dello Stato mette le mani avanti e pronostica sconquassi per le casse dello Stato: 35 miliardi di costi per il passato, e 13 miliardi a regime. Stanno forse cercando di influenzare le decisioni della Corte, gonfiando numeri a dismisura?
Il dubbio viene. I sindacati Flp e Cgu-Gilda, che i parlamentari M5S hanno incontrato, hanno verificato i numeri della Corte dei Conti e dell’Aran e scoperto che, grazie alla bassa inflazione negli ultimi due anni, il costo non supererebbe in realtà gli 11-12 miliardi, e per giunta al lordo delle tasse.
Il MoVimento ritiene indispensabile far ripartire i contratti della Pubblica Amministrazione, per dare un po’ di respiro sia ai lavoratori che all’economia del Paese, e stigmatizza il tentativo del governo di esercitare pressioni sui membri della Consulta.
Oggi il M5S farà un question time in Parlamento per chiarire la questione. Abbiamo l’impressione che ultimamente a Palazzo Chigi abbiano un po’ le idee confuse sul sacrosanto principio della separazione dei poteri.