“Un sistema strutturalmente perverso”. Parola del Papa.

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“La tecnologia che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri”.
Parola del Papa. La sua enciclica “Laudato Si'”, dedicata all’ambiente, sottolinea il paradigma folle di una crescita infinita in un sistema finito e apre un nuovo scenario su un modello ecosostenibile che abbracci l’economia e la società. Leggiamone alcuni stralci:
“Il riscaldamento causato dall’enorme consumo di alcuni Paesi ricchi ha ripercussioni nei luoghi più poveri della Terra, specialmente in Africa, dove l’aumento della temperatura unito alla siccità ha effetti disastrosi sul rendimento delle coltivazioni”
“A questo si uniscono i danni causati dall’esportazione verso i Paesi in via di sviluppo di rifiuti solidi e liquidi tossici e dall’attività inquinante di imprese che fanno nei Paesi meno sviluppati ciò che non possono fare nei Paesi che apportano loro capitale”.
“In diversi modi, i popoli in via di sviluppo, dove si trovano le riserve più importanti della biosfera, continuano ad alimentare lo sviluppo dei Paesi più ricchi a prezzo del loro presente e del loro futuro. La terra dei poveri del Sud è ricca e poco inquinata, ma l’accesso alla proprietà dei beni e delle risorse per soddisfare le proprie necessità vitali è loro vietato da un sistema di rapporti commerciali e di proprietà strutturalmente perverso”.
“Un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere”.
“È prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto di questo secolo.”

E’ un’enciclica papale in cui riconosciamo moltissime espressioni che forse non ci aspetteremmo di trovare: inquinamento, capitale, biosfera, paesi più ricchi, futuro, risorse, rapporti commerciali, proprietà, rubare, controllo dell’acqua. E in cui riconosciamo anche un ambientalismo “moderno”, che va oltre l’amore per la tutela della natura spingendosi ad indicare con chiarezza i responsabili del disastro a cui assistiamo: un modello di sviluppo perverso, un sistema di dominio spietato, una religione del profitto che fa del furto l’unico comandamento.
Combattere per la pace, combattere per l’ambiente, combattere per i diritti di tutti gli esseri viventi del pianeta (“il creato”, è la poetica espressione cristiana) significa anzitutto non tacere. E Francesco, anche in questo caso, ha dimostrato di non aver paura di usare le parole per dire la verità.