Controlli sul lavoro: il governo lascia in pace i furbi

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L’obiettivo è sempre quello: non creare fastidi a quegli imprenditori che fanno i loro comodi sulla pelle dei lavoratori e in barba alla legge. Per questo il governo promuove la nuova “vigilanza unica” che accorpa le funzioni di controllo sul lavoro presso l’Ispettorato Generale, e che toglierà quindi prerogative a Inps, Inail e ministero impedendo così veri controlli.
Prevedere un’agenzia a costo zero significa creare una vera e propria accozzaglia di persone con professionalità differenti e senza nessuna formazione. La realtà è che il numero dei controlli subirà un crollo verticale, dovuto all’assenza delle opportune competenze e alla confusione operativa. Il tutto ovviamente a danno dei diritti dei lavoratori.
I problemi della vigilanza sono altri: dalle auto private usate per le ispezioni alla benzina anticipata dagli stessi ispettori, fino alle integrazioni economiche da fame per il lavoro esterno.
E poi ecco la beffa che arriva dallo stesso governo che millanta di voler rendere più efficienti i controlli: negli stessi decreti delegati del Jobs act c’è la reintroduzione della procedura di diffida del datore che utilizza il lavoro nero. In pratica un salvacondotto che consente a chi ha sbagliato di sanare le violazioni accertate con tutta calma, senza subire la tagliola della sospensione.
E che dire dell’addio al cartellino di riconoscimento nei cantieri edili?
Il governo, come al solito, lascia in pace i furbi e fa cassa ai danni dei lavoratori.