Chi scrive la legge sul gioco d’azzardo? Uno studio privato in conflitto di interessi!

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L’ansia privatizzatrice del governo si spinge alle estreme conseguenze: ora anche le leggi vengono affidate in appalto ai privati. Oppure, più semplicemente, ci si è arresi alla propria incompetenza e si chiamano gli esperti in soccorso.
O ancora, visto che la questione “gioco d’azzardo” come abbiamo rivelato QUI è materia di interesse internazionale (e soprattutto multinazionale), ci si rivolge ai dispendiosi consulenti globali.
Il governo ha stracciato la sua bozza di legge delega sul gioco d’azzardo, anche grazie alla nostra denuncia che ha suscitato rumore svelando come i documento fosse tutto pro-slot e non tutelasse minimamente i tanti cittadini affetti da azzardopatia. Ma finita nel cestino la bozza del sottosegretario Baretta, l’esecutivo ha passato l’intero faldone ad uno studio legale straniero, perché provveda a metterci mano da capo.
Sì, ma quali saranno i principi che si adotteranno per la riscrittura? Quelli che corrispondono ai bisogni del popolo italiano, come dovrebbe auspicabilmente essere quando si parla di leggi? Ne dubitiamo.
Mentre esce di scena Baretta, entra quindi in gioco sul tavolo da gioco dei miliardi legati ai giochi lo studio legale internazionale Cleary & Gottlieb.
Abbiamo scoperto che questo studio, che si occupa anche di hedge funds e speculazioni finanziarie, ha tra i suoi clienti una delle principali multinazionali del gioco d’azzardo: la CoDeRe, per il mercato in Spagna e in Sudamerica e questa società è anche concessionaria in Italia. E sui costi di tale pregiata consulenza, il M5S presenterà un’interrogazione alla Camera.
Una procedura insomma molto poco votata al rispetto dei princìpi democratici. Chi sarà a scrivere allora la legge delega in materia di Giochi? E quali saranno gli interessi che verranno tutelati?
Ancora una volta, ad occuparsi del diritto italiano sono i lobbisti, quando non addirittura gli attori coinvolti. D’altronde, come ha fatto capire la Troika al Governo greco (qui), la tassazione sul gioco d’azzardo non va toccata: “è cosa nostra”.