10 Luglio: convegno M5S per capire i BRICS

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Un nuovo approccio geo-strategico dell’Italia finalizzato alla crescita della propria economia. Ma soprattutto un approccio alternativo all’Euro e al blocco atlantista guardando ai Brics, acronimo utilizzato per riferirsi congiuntamente alle sole economie sfuggite fino ad oggi al controllo delle potenze dominanti: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Sarà questo il tema al centro di un convegno dal titolo “Il nuovo mondo con i Brics”, organizzato dai deputati M5S della Commissione Esteri a pochi giorni dalla vittoria del “no” al referendum greco contro le politiche di austerity imposte dalla Troika.
L’evento si svolgerà venerdì 10 luglio 2015, a partire dalle ore 10:30, presso la Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari, in Via di Campo Marzio 74 a Roma. Interverranno i deputati 5 Stelle Alessandro Di Battista e Carlo Sibilia e diversi esponenti di ogni singolo Paese, tra cui Andrey Klimov, vice presidente della Commissione Affari esteri della Duma russa. La chiusura dei lavori sarà, nello specifico, dedicata alla crisi della zona euro e le possibili relazioni con i Brics per aprire nuove opportunità di crescita e sviluppo in Italia.
Se volete partecipare, qui il modulo da compilare. Vi ricordiamo che alla Camera è obbligatoria la giacca per gli uomini.

Cosa sono i BRICS, il nuovo soggetto geopolitico nello scenario del mondo globalizzato

Pochi mesi dopo essere stato eletto presidente del Brasile, Luís Inácio Lula da Silva rivolse al suo ministro degli Esteri, Celso Amorim, la seguente domanda:” …Se l’economia è globalizzata perché per comprare dall’India dobbiamo fare prima la conversione della nostra moneta (Real) in dollari statunitensi, per poi cambiare l’equivalente in moneta indiana (Rupia)? Non sarebbe più vantaggioso effettuare direttamente il cambio tra Real e Rupia?”
La risposta venne sei anni dopo, nel 2009, dopo aver maturato nel 2008, la dolorosa esperienza della crisi del sistema finanziario mondiale, impostato sulla centralità del dollaro e le arroganti imposizione neoliberiste del Fondo Monetario Internazionale e il Banco Mondiale (1).
Infatti, il 16 giugno del 2009 si riunivano a Ekaterinburg (Russia) i presidenti di Brasile, Russia, Cina e India, rispettivamente, Luiz Inácio Lula da Silva, Dimitry Medvedev, Hu Jintao e Manmohan Singh. L’anno seguente (15/16/aprile del 2010) Jacob Zuma, rappresentando il Sud Africa partecipava nella riunione di Brasilia, in cui nascevano i BRICS (Brasile – Russia – India – Cina – Sudafrica) con l’obiettivo di “…sviluppare gli strumenti per la creazione di un nuovo ordine mondiale che superasse il centralismo della dollarizzazione, promuovendo la democrazia e l’eguaglianza nelle relazioni internazionali…”.
Finalmente, il 15 luglio del 2014, il mondo si rendeva conto del significato geopolitico dei BRICS quando i cinque paesi realizzavano il sesto Summit nella città brasiliana di Fortaleza discutendo: a) la promozione della crescita sostentabile, b) le perspettive per l’integrazione, c) lo sviluppo del commercio e del flusso di investimenti Sud-Sud. Argomenti che furono messi in risalto dal presidente della delegazione cinese, Ma Zehua, che, in quell’occasione pronunciò un importante monito:” …Non dobbiamo permettere che barriere e ostacoli di vario tipo intralcino i nostri programmi privandoci della nostra visione per il futuro…”.
Per questo, nella riunione di Fortaleza fu deciso che i BRICS si impegnavano a creare due istituti finanziari: La Nuova Banca per lo Sviluppo (2) con un capitale di 50 miliardi di dollari e un Fondo di Emergenza (3) con un capitale di 100 miliardi di dollari da usare per superare i possibili effetti negativi provocati dalle crisi finanziarie. In proposito la presidente del Brasile, Dilma Roussef, sottolineava:” …La nuova Banca è una alternativa per quanto riguarda le necessità di finanziamento in favore dei paesi in via di sviluppo che compenserà l’insufficienza del credito delle principali istituzioni finanziarie internazionali. In questo modo stiamo avanzando in direzione di una nuova architettura mondiale…”.
Il motivo principale che spinse i BRICS a decidere, nel 2014, per la rapida creazione di questa Nuova Banca per lo Sviluppo fu la necessità di avere a disposizione una struttura protettiva, contrapposta alle politiche economiche e finanziarie dei paesi europei e degli Stati Uniti e quindi capace di promuovere operazioni finanziarie in favore dei paesi emergenti e in via di sviluppo. Per questo Vladimir Putin, presidente della Russia faceva notare che:” …Questa istituzione finanziaria sarà un mezzo estremamente poderoso per prevenire possibili difficoltà economiche. Nello stesso tempo contribuirà a definire i fondamenti per attivare i grandi cambiamenti economici a livello mondiale…”.
Per capire meglio la logica dei BRICS e, quindi la dinamica della Nuova Banca per lo Sviluppo è necessario ricordare che, nel 2013, il volume degli investimenti mondiali ha toccato i 1,5 trilioni di dollari (nel 2010 si arrivò a 2 trilioni), di cui 617 miliardi di dollari destinati a progetti in favore dei paesi in via di sviluppo. Di questi il 50% furono finanziati da Cina, India, Brasile e Russia. In secondo luogo, i BRICS, oggi, rappresentano il 40% della popolazione mondiale e circa il 25% del PIL mondiale, le sue economie sono caratterizzate da una grande capacità produttiva nei settori primario, estrattivo e energetico, oltre ad essere grandi esportatori di prodotti manifatturati e di servizi.
Un contesto che ha permesso definire i BRICS “il nuovo soggetto politico del secolo XXI” non solo per il suo potenziale e la crescita economica, ma, soprattutto, per l’adozione di una agenda politica che nell’ambito internazionale si contrappone nettamente a quella del blocco storico del G6 (Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Francia, Germania e Giappone).
L’inaugurazione del NBS
Il primo luglio il Parlamento cinese ha approvato la creazione del Nuovo Banco per lo Sviluppo, di cui l’inaugurazione è stata realizzata il 7 di luglio a Mosca. Molto probabilmente nella prima settimana di agosto dovrebbe entrare in funzionamento anche il Fondo di Riserva dei BRICS, reso operativo con un capitale di 100 miliardi di dollari.
Commentando i risultati ottenuti, l’Itamaraty brasiliano (Ministero degli Esteri) diramava una nota in cui si specificava che:” …La Nuova Banca per lo Sviluppo sarà lo strumento adatto a promuovere la stabilità finanziaria internazionale, dal momento che il suo obbiettivo sarà quello di fornire risorse finanziarie a quei paesi membri dei BRICS che soffrono pressioni nella rispettiva bilancia dei pagamenti. Sarà quindi un meccanismo che rinforzerà la fiducia degli agenti economici e finanziari mondiali e ridurrà il rischio di contagio in occasione di eventuali momenti di crisi che potranno toccare i settori economici dei BRICS…”