Cara di Mineo: da Alfano ancora una volta nessuna risposta

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Il ministro Angelino Alfano si è presentato in Senato per riferire sul Cara di Mineo, il centro siciliano di accoglienza per i migranti richiedenti asilo finito nel mirino dell’inchiesta sugli appalti truccati e il business della criminalità organizzata che aveva il suo centro a Roma.
Una relazione tardiva, che nulla aggiunge a quanto le cronache hanno già riportato sulla vicenda. È dovuto scoppiare lo scandalo di Mafia capitale per svegliare il ministro dell’Interno dal suo lungo letargo? Eppure il Movimento 5 stelle, sin dal 2013, ha richiamato l’attenzione del governo sulla gestione del Cara di Mineo, con atti ispettivi presentati sia alla Camera che al Senato.
In una di queste interrogazioni, a cui il ministro non ha mai risposto, veniva ripreso il parere reso a febbraio dall’Anac, secondo cui la gara per l’affidamento della gestione per 3 anni del Cara, è stata caratterizzata da vizi di illegittimità e in contrasto con i principi di concorrenza, proporzionalità, trasparenza, imparzialità ed economicità. Principi che in Italia puntualmente vengono disattesi.
Con un altro atto ispettivo abbiamo evidenziato che il presidente della commissione giudicatrice che ha valutato l’unica offerta, Giovanni Ferrera, è anche il direttore generale del Consorzio dei Comuni Calatino Terra d’Accoglienza, ente attuatore del Cara e incaricato dal Ministero di bandire la nuova gara.
Il ministro dell’Interno ha disatteso tutte le nostre richieste di chiarimenti sulla vicenda. Il suo silenzio risiede forse nel coinvolgimento di alcuni membri del suo partito in vicende giudiziarie poco felici? Nella preoccupazione di far saltare certi equilibri nel governo e forse qualche bella poltroncina?
Abbiamo anche chiesto al governo la revoca della nomina a Sottosegretario di Stato dell’onorevole Castiglione. L’esercizio delle funzioni ministeriali è del tutto incompatibile con la sua veste di indagato nell’ambito dell’inchiesta «Mafia Capitale» per ‘turbativa d’asta e turbata libertà di scelta del contraente’ nella gestione Cara di Mineo. Il governo lo ha salvato, anche il Pd ha votato contro le mozioni sul ritiro delle deleghe al sottosegretario e l’amico di Alfano resta seduto su quella poltrona.
Il Ministro dell’interno invece avrebbe dovuto dire: “mi impegno sin d’ora a sollecitare il Primo Ministro a revocare l’incarico al sottosegretario delle Politiche Agricole, Giuseppe Castiglione, in quanto il suo coinvolgimento nella mala gestione del Cara di Mineo e quindi nell’inchiesta Mafia Capitale macchia di scandalo e disonore questo Governo e questa maggioranza”.
Questo era il minimo che poteva fare il Ministro Alfano! Ma evidentemente l’onestà non va di moda dalle parti del governo. Noi del Movimento 5 stelle non ci stiamo.