I clienti non ti pagano? Lo deduci dalle tasse! (Se sei una banca…)

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Avete presente quando un cliente non vi paga, e voi rischiate di vedere andare all’aria l’azienda o la famiglia? Pensate che meraviglia, se quel credito vi fosse consentito dedurlo dalle tasse per intero, tutto in una botta. Ma questo non è possibile, essendo tutti noi cittadini figli di un dio minore.
I parenti degli dèi importanti, ovvero le banche, possono invece permetterselo: il governo infatti consente alle banche di dedurre le perdite sui crediti tutte in un anno. La scusa è sempre quella, far ripartire il credito all’economia reale, alle aziende eccetera.
Lo sta facendo nel decreto legge in materia fallimentare in discussione alla Camera, con cui si stabilisce che le banche potranno mettere a perdita circa 20 miliardi di sofferenze ogni anno. Bruscolini, vero? Se è vero che questo provvedimento è così pieno di buone intenzioni verso i cittadini, allora si accolga il nostro principio: vincolare il vantaggio fiscale all’erogazione effettiva di nuove risorse alle imprese.
Il M5S chiede anzitutto che il credito di imposta sia al massimo di importo pari al maggior credito emesso dalle banche verso famiglie e imprese, e poi che tale regalia sia riservata solo agli istituti virtuosi che finanziano davvero famiglie e aziende; di riservare il credito di imposta solo alle banche che accettano di ridurre i premi e gli stipendi dei manager bancari; di limitare il credito di imposta solo alle perdite dovute a crediti non riscossi coperti da garanzie reali, per evitare i soliti fidi facili erogati da manager bancari a amici e parenti.
Qualora il governo non gradisca tali proposte del M5S, per noi tutta l’operazione può essere tranquillamente abolita. Di regali alle banche ne abbiamo visti più che abbastanza.