Tirreno Power, il Mise supino con l’azienda. Ha i morti sulla coscienza

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Roma, 15 luglio 2015 – Bisognava scrivere una legge porcata per salvare la centrale a carbone di Vado Ligure. E si sono messi tutti a disposizione, incontrando negli uffici del ministro dello sviluppo economico Federica Guidi e dell’allora viceministro De Vincenti, oggi vice di Renzi, gli avvocati dell’azienda Tirreno Power, inclusa Paola Severino ex Ministro della Giustizia.
«Quello che emerge dalle intercettazioni diffuse oggi sui giornali è uno scandalo nello scandalo – dicono i deputati liguri del M5S e delle Commissioni Attività produttive e Ambiente – Un’associazione a delinquere istituzionale che ha come obiettivo far riaccendere i motori della centrale, fregandosene delle morti e delle malattie. Una macelleria sociale voluta, a questo punto possiamo dirlo, da un viceministro e dallo stesso ministro che hanno avuto come unico faro i conti dell’azienda mentre nelle famiglie si contavano i lutti».
«L’ingerenza del governo contro la magistratura è un film visto troppe volte: proprio in questi giorni con le norme Salva Ilva stanno cercando di rendere operativo un altoforno pericoloso per la vita degli operai. Qui andiamo oltre la mera valutazione delle azioni politiche -sottolineano i deputati M5S – questi funzionari, lo stesso ministro Guidi si sono macchiati di una colpa peggiore: hanno sulla coscienza le morti accertate dalle perizie delle procure. Una situazione che accomuna tutte le centrali a carbone. Non ultime le 44 vittime da addebitare, secondo uno studio diffuso proprio in questi giorni, alla centrale di Brindisi. L’unico atto politico ammesso per De Vincenti e il ministro Guidi a questo punto è rappresentato dalle loro immediate dimissioni».
Il M5S chiederà informativa urgente in Aula.