Credito di imposta ricerca & sviluppo: il M5S dà un futuro alle imprese

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Un’altra vittoria parlamentare del M5S può essere aggiunta alla lista, dopo che la Corte dei Conti ha dato parere positivo al decreto attuativo sul credito di imposta alle aziende che investono in ricerca e sviluppo. Ora manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e poi inizierà un periodo lungo 5 anni (fino al 31 dicembre 2019) durante il quale le imprese vedranno agevolate tutte quelle spese che danno risultati sul medio periodo, ma che sono fondamentali per la competitività e l’innovazione.
La norma era stata prevista nell’ultima legge di Stabilità, ma il decreto non veniva emanato: il M5S ha dovuto insistere per un anno con interrogazioni e ordini del giorno presentati al Senato per convincere il Governo a rispettare le promesse.
Il credito di imposta sarà applicato al 25% o al 50% della spesa aggiuntiva in ricerca e sviluppo rispetto alla media dei 3 anni precedenti. Nel caso di assunzione di personale per la ricerca altamente qualificato, di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio e di collaborazione con università e centri di ricerca il credito sarà al 50%. Si applicherà alle spese superiori ai 30 mila euro e non potrà superare i 5 milioni di euro annui per la singola impresa.
Si tratta di un meccanismo virtuoso che permette di concentrare risorse vitali per la crescita delle imprese italiane, stritolate dalla folle competizione globale che i trattati neoliberisti della UE hanno contribuito ad esasperare.
Grazie al controllo e alla pressione del M5S il tessuto industriale nazionale può tirare una boccata d’ossigeno e costruire il suo futuro su basi ben più solide, per dire no alla trasformazione dell’Italia in un bacino di manodopera non qualificata e a basso costo.