Acqua e beni comuni: stop al grande furto!

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Per l’acqua pubblica ed i beni comuni ambiente, scuola, sanità.
Il Movimento 5 Stelle, un anno fa denunciò come lo “Sfascia Italia” (Sblocca Italia) di Renzi metteva a forte rischio sia la ripublicizzazione dell’acqua ma anche ambiente e territorio.
Lo fece da una piazza quella di Reggio Emilia, che nel 2011 fu la capitale italiana del SI al referendum sull’acqua pubblica.
Domenica dalle 18 alle 20 il Movimento 5 Stelle sarà di nuovo in piazza a Reggio Emilia, in piazza Prampolini con Luigi Di Maio, vice presidente della Camera, la parlamentare Federica Daga i propri consiglieri regionali ed il professor Riccardo Petrella, presidente dell’Istituto Europeo per le politiche sull’acqua con sede a Bruxelles.
Il capoluogo emiliano è la città del Ministro Delrio, uno dei ‘padri’ di Iren con Fassino e Chiamparino e con Renzi del famigerato Sblocca Italia e di norme che favoriscono le aggregazioni delle ex società municipalizzate ora quotate in Borsa.
A Reggio Emilia si sta consumando in questi mesi il “grande furto” dell’acqua pubblica e l’ennesimo tradimento del Pd verso gli elettori.
Un po’ di storia. Dopo il referendum del 2011 nel capoluogo emiliano (dove allora Delrio era sindaco) i Comitati per l’Acqua ed il Movimento 5 Stelle costrinsero ed impegnarono l’amministrazione comunale a ripublicizzare l’acqa scorporandola dalla multiutility Iren.
Nel maggio 2014, il Pd mise questa promessa nei proprio programma comunale per tutti i Comuni del reggiano. Fu commissionato alla società Agenia uno studio di fattibilità per ricreare una società totalmente pubblica. Lo studio è stato presentato nel Comune di Reggio Emilia lo scorso febbraio ed ha dimostrato come tornare all’acqua pubblica conviene ai Comuni ed ai cittadini anche dal punto di vista economico!
I numeri dello studio parlano chiaro:
– Il fabbisogno finanziario per staccarsi da Iren Spa sarebbe di 127-130 milioni di euro + IVA che verrebbe rimborsato in 16 anni (investimento sicuro per l’acqua)
– Il risultato netto primo anno di esercizio per la società di acqua pubblica sarebbd 1,987 milioni di euro
– Le disponibilità liquide a fine concessione ammonterebbero a 100 milioni, con un valore di questo bene comune pubblico pari a 320 milioni di euro ed il patrimonio netto della nuova società pubblica a fine concessione pari a 376 milioni di euro. Gli aumenti delle bollette sarebbero inoltre molto più contenuti rispetto a quelli di Iren Spa (dal 2005 ad oggi +45% a Reggio Emilia!).
Sono risultati che lascerebbero un patrimonio alla collettività. Se si va a gara con tali valori non sarà più possibile tornare indietro.
Ma per il Pd di cui Iren Spa è il ‘braccio economico’ dove piazza uomini su uomini, c’è un “problema” Iren, già al disastro economico senza il comparto idrico andrebbe al collasso. Così il Pd riunisce i suoi sindaci a giugno nella sede (privata) del partito e da la “nuova linea”. No all’acqua pubblica, deve rimanere in Iren Spa e al diavolo il 96% di SI al referendum e le promesse elettorali del 2014 scritte nere su bianco e depositate.
La stessa Iren degli inceneritori che si vogliono riempire di rifiuti da tutta Italia, la stessa Iren che fa gare al massimo ribasso sui rifiuti nonostante il pericolo infiltrazioni mafiose che l’inchiesta Aemilia ha dimostrato in questi mesi. La stessa Iren, creatura di Delrio (il cattolico sordo ai richiami sull’acqua di Papa Francesco nella sua enciclica), Chiamparino e Fassino che qualcuno ora vorrebbe fondere nel mostro finianziario a tre teste Iren-Hera-A2A.
Per difendere i beni comuni il Movimento 5 Stelle invita tutti i cittadini a Reggio Emilia domenica 13 settembre dalle 18 in piazza Prampolini.
L’acqua pubblica ed i beni comuni non si toccano!