Animali: a Trani cani deportati nei lager. M5S diffida i sindaci

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Il Movimento Cinque Stelle ha diffidato i sindaci di Trani, Andria, Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia, Modugno, Spinazzola, Canosa di Puglia e Ruvo di Puglia, per aver dato il via libera alla “deportazione” in un noto canile lager della Basilicata di circa 40 cani inizialmente affidati al canile di Trani Dog’s Hostel.
L’azione è stata portata a termine dai deputati M5S Giuseppe D’Ambrosio e Paolo Bernini, e dai senatori Buccarella e Ciampolillo, insieme all’eurodeputata Rosa D’Amato e ai consiglieri comunali e della Regione Puglia.
I sindaci, come è noto secondo la normativa vigente (“Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo” legge 281/91), sono responsabili civilmente e penalmente del benessere dei cani rinvenuti sui loro territori e sono responsabili della loro gestione.
I randagi, dopo un obbligatorio periodo di transito presso il canile sanitario per la sterilizzazione, l’applicazione del microchip, le vaccinazioni e gli opportuni accertamenti sanitari, devono essere condotti presso i rifugi per poter essere affidati in modo responsabile a famiglie consapevoli di compiere un gesto tanto importante quanto impegnativo.
La vita di un cane non è e non puo’ essere quella in un canile e tutti abbiamo l’obbligo di prenderci cura degli animali, rispettando le loro esigenze socio etologiche e di smascherare anche tutte le false associazioni e la malavita organizzata che lucra da sempre anche in questo settore.
A fronte di una soluzione ottimale offerta dalla Lega del Cane presso la struttura rifugio di Tricase (Le) che è in grado di soddisfare contestualmente sia le esigenze degli animali, quanto di mantenere gli stessi a fronte di adeguati oneri a carico delle amministrazioni, non si comprende quindi come sia possibile decidere di movimentare i cani in luoghi certamente non idonei, facendo affrontare loro un lungo viaggio inutile e faticoso e non avere come primario obiettivo il benessere di queste creature.
E’ ormai necessario affrontare concretamente a livello nazionale il problema relativo alla gestione dei cani nei rifugi che rappresentano una fonte di facili introiti e sono di grande appeal per la malavita organizzata, personale senza scrupoli e privo professionalità specifiche, quanto di associazioni anche molto note che hanno ormai deciso di investire il cinque per mille per continuare a costruire canili, movimentare cani da sud al nord in modo scellerato piuttosto che agire localmente su programmi di sterilizzazione, controllo degli obiettivi e dei risultati delle Asl e dei Comuni e di denunciare la costante omissione di atti di ufficio da parte di questi.