#MafiaCapitale: Alemanno e Marino conoscevano le irregolarità negli appalti

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Il Comune di Roma, sia nella gestione di Alemanno che in quella di Marino (tra il 2010 ed il 2014), era già a conoscenza di tutte le gravi irregolarità e anomalie negli affidamenti degli appalti senza gara concessi alle cooperative sociali, tra le quali quelle di Buzzi e Carminati. Lo ha affermato il Presidente dell’ANAC Cantone in una missiva indirizzata al Procuratore Capo Pignatone. Dunque, tutti sapevano e nessuno si è mai opposto o ha mai invertito la tendenza nel Comune di Roma ritenuto, addirittura, il “porto franco” degli appalti, senza alcun controllo.
Ed infatti, il Comune di Roma veniva messo a conoscenza, già nell’anno 2010, circa le anomalie e irregolarità riscontrate sugli appalti grazie ad una nota scritta (la n. 0055981) inviata dall’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici (poi divenuta ANAC). Addirittura, (sempre il Comune di Roma) provvedeva a trasmettere a quest’ultima un riscontro scritto (nota n. 9E59009) a firma di Angelo Scozzafava (arrestato per Mafia Capitale e soggetto attuatore del Piano nomadi per conto del Ministero dell’Interno, che all’epoca era Maroni..) con allegato un elenco delle Cooperative beneficiarie degli appalti, tra le quali comparivano sia la Coop sociale 29 giugno che la Eriches 29 giugno di Buzzi e Carminati, in favore delle quali erano stati concessi affidamenti diretti in modo illecito.
Ma nonostante tutto ciò, nonostante nel Comune di Roma ci fossero le prove scritte già nel lontano 2010, mai nessuno ha fatto nulla! Anzi. Dalla relazione ispettiva dell’Anac, risulta che la corruzione rilevata e, dunque, l’affidamento di appalti diretti senza alcuna gara pubblica ha una genesi lontana nel tempo che ha caratterizzato l’attività politico – amministrativa di Roma capitale negli ultimi anni. Mafia Capitale si rileva, dunque, sempre più un sistema politico – mafioso radicato a tutti i livelli che si è alimentato sfruttando situazioni di emergenza e necessità. Un sistema che ha avuto origine dalla gravissima inerzia e dalle gravissime omissioni (più dolose che colpose) poste in atto dai sindaci, prima Alemanno e poi Marino, che si sono succeduti negli anni, e attraverso la concessione in favore di cooperative corrotte di appalti diretti. Quasi 3 sono stati i miliardi di euro concessi in modo illecito.
Tutto ciò in totale spregio dei principi di concorrenza, in assenza dei presupposti normativi e di gare pubbliche e mediante il ricorso sistematico alle proroghe e ai rinnovi contrattuali. Con l’unico fine di spartirsi soldi pubblici.
Si rende necessario liberare il Comune di Roma dalla mafia, ridarle senso delle istituzioni, e per fare questo bisogna ridare immediatamente parola ai cittadini romani, attraverso nuove elezioni. Non basta il commissariamento di Marino. Rimasto inerte davanti all’evidenza dei fatti.