Legge bavaglio: giornalisti e magistrati facciano sentire la propria voce

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“Il Governo chiede ed ottiene una delega in bianco in materia penale, è un po’ come chiedere di costruire la vostra casa ad un’impresa a scatola chiusa, salvo poi alla fine, dopo aver pagato il prezzo, dire se vi piace o meno. Questo bavaglio, cittadini, non è il bavaglio alla stampa ma quello di chi accetta tutti i giorni l’ipocrisia, il sopruso, la vita per come gli viene imposta, è il bavaglio messo al lavoratore con il jobs act, quello dell’insegnante con la buona scuola, quello dell’agricoltore con la grandine, del terremotato con la burocrazia, è il bavaglio del cittadino contro le trivelle, è quello della vittima contro il ladro, del giudice che implora risorse per lavorare, è quello che viene messo alle vittime di mafia, all’omertoso, a chi non parla pur sapendo che gli stanno rubando il futuro, a chi non denuncia, è il bavaglio di chi siede in maggioranza ma sta zitto perché se no perderebbe la poltrona, di chi accetta le ingiustizie, è il bavaglio che si mette al PM e alla polizia per frustrarne il lavoro, e al cittadino assetato di verità, è il bavaglio di chi piuttosto che prendere la strada più difficile ma giusta, prende sempre quella apparentemente più comoda ma sbagliata”.
Questa la parte conclusiva della dichiarazione di voto di Vittorio Ferraresi capogruppo M5S della commissione Giustizia e relatore di minoranza per il Ddl di riforma del processo penale, che ha ricordato prima della dichiarazione di voto la figura del giornalista Giancarlo Siani ammazzato dalla camorra trenta anni fa.
“Dov’è la sinistra che faceva girotondi? E che ora sta facendo quello che Berlusconi non è mai riuscito a fare. Questo bavaglio noi non lo vogliamo, e chiediamo a giornalisti e a magistrati di denunciare, prima che sia troppo tardi, uno dei provvedimenti più pericolosi degli ultimi trent’anni, e chiediamo a tutti voi cittadini di informarvi e di fare altrettanto”.