Legge M5S contro il finanziamento all’editoria: i partiti dicono no.

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Il giornalismo non potrà mai essere controllore del potere finché il potere controlla il giornalismo. Oggi è caduto l’ultimo velo sul sodalizio malato che in Italia lega stampa e politica: i partiti hanno fatto ‘outing’ e non voteranno per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria. Proprio oggi, infatti, si è svolta alla Camera la discussione generale sulla nostra Proposta di Legge a prima firma Giuseppe Brescia, che è anche la prima legge della storia italiana ad essere stata discussa in Rete con i cittadini.

Perché i partiti hanno respinto la proposta? Il motivo non sta nella volontà di tutelare il nostro giornalismo, ma di mantenere in piedi un sistema che consente al Governo e ai partiti di esercitare un’influenza diretta sulla stampa.

Tra l’altro, hanno avuto la sfacciataggine di chiederci di riportare la nostra Pdl in commissione Cultura, per poi abbinarla a quella del Pd, pro-finanziamento pubblico: il risultato determinerebbe il suo svuotamento in favore della proposta della maggioranza. Non accettiamo che dopo oltre un anno di lavori parlamentari il partito di Renzi si svegli all’ultimo momento e cerchi anche di uscirne con le mani pulite.

A chi, tra le file delle altre forze politiche, straparla della volontà di erogare i finanziamenti per “continuare a tutelare la libertà di informazione”, ricordiamo che il nostro Paese è 73mo nella classifica di Reporter senza frontiere: c’è rimasto proprio poco da tutelare. Inoltre, questo sistema di finanziamento va contro qualsiasi legge di mercato: finanziare aziende private scavalca l’elementare principio di domanda-offerta. Precisiamo che non siamo contro chi lavora per testate che ricevono fondi pubblici, tanto che nella nostra Pdl abbiamo anche previsto di mantenere il Fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti.

Il punto è un altro: noi vogliamo una stampa libera che faccia il cane il guardia del potere. Loro, politici e molti editori, questo non lo vogliono perché il loro obiettivo è quello di gestire il Paese anche attraverso il controllo dell’informazione. L’hanno ampiamente dimostrato.