Caso Volkswagen sia di insegnamento: sospendere negoziati TTIP

Auto.gifLa vicenda Volkswagen è l’esempio cristallino di ciò che potrebbe succedere se il trattato sugli scambi tra Unione Europea e Stati Uniti in corso di negoziazione (il TTIP: Transatlantic Trade and Investiment Partnership) dovesse andare in porto” a sostenerlo è Stefano Luicidi capogruppo M5s in Commissione Esteri del Senato.
“Il TTIP prevede una perdita di sovranità da parte degli Stati a vantaggio delle aziende, in particolare multinazionali – continua Lucidi – e un massiccio attacco agli standard di sicurezza e di qualità dei prodotti immessi sul mercato. Il caso Volkswagen ci mette in guardia, perché se è vero che ancor prima del TTIP l’azienda automobilistica tedesca ha potuto truccare i dati sulle emissioni inquinanti, è vero anche che dopo aver firmato il trattato con gli Stati Uniti molte aziende oggi, non in regola con i più elementari standard di sicurezza potrebbero rientrare nella legalità”.
“Dal settore automobilistico il peggioramento della qualità dei prodotti si estenderebbe a settori ancor più delicati, come l’agricoltura e più in generale l’alimentazione. Il Movimento 5 Stelle e tante altre realtà osteggiano da sempre questo accordo perché tende a globalizzare il mercato, standardizzando i prodotti e facendo venire meno quelle prerogative essenziali per la tutela della bio-diversità associata ad un forte valore aggiunto locale” continua il rappresentante pentastellato.
“Il TTIP, in effetti, prevede che le aziende possano rivendicare i propri diritti sui prodotti anche in termini di segreti industriali, e possano chiedere risarcimenti laddove l’azienda veda lesi i suoi diritti. Questo è esattamente ciò che è successo nel caso Volkswagen, la quale ha negato l’accesso ai propri dati informatici introducendo sul mercato un prodotto che nemmeno gli Stati Uniti sono riusciti a regolamentare” continua Lucidi.
“Alla luce di tutto ciò – conclude Lucidi – il nostro Ministero dello Sviluppo Economico, nella persona del viceministro Calenda, dovrebbe farsi portavoce di quello che non è più un timore ma è diventato piuttosto una realtà, e chiedere la cessazione dei negoziati intorno al TTIP”.