Sanità: Chiamparino esce dal letargo e si accorge dei tagli

chiamparino-piemonte.jpgROMA, 5 ottobre 2015 – “Finalmente il presidente Chiamparino è uscito dal letargo e si è arreso all’evidenza: non solo lo stanziamento al Fondo Sanitario Nazionale per il 2016 è insufficiente, ma rappresenta un taglio da 4 miliardi rispetto all’accordo iniziale tra Stato e Regioni. Non condividiamo però la timidezza della reazione del presidente della Conferenza delle Regioni e del Piemonte. Chiamparino infatti afferma che non ha alcuna intenzione di aprire un braccio di ferro con il Governo. Di fronte alle prese in giro dell’Esecutivo e allo stato di crisi nel quale è sprofondato il nostro sistema sanitario, invece, la reazione dovrebbe essere molto decisa e sbattere i pugni è un atto dovuto”.

Così i deputati M5S in commissione Affari Sociali e Davide Bono, vice presidente della commissione sanità della Regione Piemonte.

“In verità i nostri parlamentari avevano avvisato a più riprese Chiamparino sul fatto che il Governo stava utilizzando la sanità come un bancomat già all’indomani dell’approvazione del Decreto Legge Enti Locali. Quello nel quale, alla ‘chetichella’, il premier Renzi ed il ministro Lorenzin hanno inserito gli emendamenti per tagliare il fondo sanitario nazionale del 2015 per 2,3 miliardi di euro.

Meglio tardi che mai: le parole di Chiamparino sono certamente un segnale ma adesso il braccio di ferro con il Governo va aperto eccome, senza tentennamenti di partito che già si intravedono all’orizzonte. Nello specifico, parliamo del neo ‘ministro alla Salute delle Regioni’, l’assessore della Regione Emilia-Romagna Sergio Venturi, il quale ci fa insospettire molto quando afferma che ‘le cifre non sono importanti vediamo prima cosa dobbiamo fare’. A Venturi rispondiamo così: altri due miliardi di tagli al 2016 sono inaccettabili, sapendo bene i sacrifici che gli operatori del settore stanno sopportando a fronte del mantenimento dei servizi essenziali.

Sul territorio la gestione ragioneristica, che utilizza parole vuote come efficienza e riorganizzazione, si trasforma in tagli diretti ai servizi o comunque indiretti risultanti dalle eccessive liste di attesa, soprattutto per quelle fasce di popolazione più povere che non possono permettersi le stesse prestazioni nel privato.

Il Movimento 5 Stelle sta combattendo da sempre per mantenere il sistema sanitario nazionale pubblico ed universalistico, servono adeguate risorse e una governance fatta da politici e funzionari all’altezza. Senza commistioni col privato che deve avere una semplice funzione sussidiaria al pubblico”.