Concorrenza: “Provvedimento supino alle lobbies. I cittadini ne pagheranno le conseguenze”

73rc-auto-assicurazioni.jpg
Roma, 7 ottobre 2015 – “Questo decreto di concorrenza ha solo il nome. Mette in difficoltà artigiani, consumatori, cittadini: è l’ennesimo decreto da cui può solo trasparire la volontà del Governo di non voler non solo aprire il mercato ai soggetti o utenti che finora si vedono quotidianamente tagliati fuori dal sistema, ma, se possibile, si va ancora una volta a rafforzare quelle lobbies fondate sugli istituti bancari e assicurativi, oltre che sui soggetti energetici, responsabili al pari della cattiva politica della crisi che ormai ci attanaglia da anni». Lo ha dichiarato il deputato M5S Davide Crippa durante il suo intervento in Aula.
«Un documento pieno di incongruenze e contraddizioni. Che nulla hanno a che fare con la concorrenza. Nonostante uno studio dell’Autorità dell’Energia e il Gas abbia sancito che il mercato libero oggi costerebbe al cliente finale in media un 10-20% in più rispetto al regime di maggior tutela, il Governo e la maggioranza, anche in questa occasione a braccetto con le lobby energetiche, si disinteressano dei consumatori e decidono di togliere il servizio di maggior tutela che garantiva le famiglia ad un prezzo calmierato da un controllo statale. Ricordiamo ai distratti che già oggi il mercato è effettivamente libero, ma ben pochi consumatori passano al mercato libero. Ci chiediamo: a chi deve rendere conto il governo?».
Gli interventi del M5S sarebbero invece andati nel senso della concorrenza, e a favore dei cittadini: «Noi volevamo inserire la concorrenza nella gestione dei pompaggi in possesso quasi al 90% da Enel, inserire le gare per le concessioni idriche, tutelare il cittadino tentando di inserire l’obbligo da parte degli operatori di inviare agli utenti le fatture energia al massimo 20 gg prima della scadenza delle bollette, ma niente. E ancora – continua Crippa annunciando il voto contrario del M5S al dl concorrenza – volevamo toccare il CONAI, questo enorme carrozzone che gestisce gli imballaggi e che da anni ingessa qualsiasi tentativo di innovazione nel sistema di raccolta dei rifiuti, e inserire una norma a tutela della libera concorrenza che metta in chiaro per il consumatore l’etichetta dei prodotti che acquista, in modo da metterlo nelle condizioni reali di poter scegliere se acquistare pomodori o olio italiano piuttosto che i fantomatici “Made in Italy” che in realtà di italiano hanno giusto il nome. Ma niente».