Corruzione: anche il rapporto ONU condanna l’Italia

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In Italia c’è tanta corruzione. Secondo gli ultimi dati della Corte dei Conti la corruzione genera il 40% di spesa pubblica in più nei contratti per opere, forniture e servizi pubblici dello Stato, per giungere ad una stima superiore ai 100 miliardi l’anno. A confermare, inoltre, le gravissime lacune del nostro Paese in materia di lotta alla corruzione, è il rapporto ONU che ha rilevato come uno degli aspetti più critici del nostro sistema sia l’istituto prescrizione e la lunghezza dei procedimenti giudiziari, sottolineando la necessità immediata di riformare tale istituto. Purtroppo però la Maggioranza, ovvero PD e NCD e adesso anche l’ALA di Verdini (sul quale pendono ben 5 processi per corruzione, associazione a delinquere, bancarotta, ecc.) hanno l’interesse contrario, ovvero che la riforma resti, così come sta avvenendo, impantanata da mesi in Commissione Giustizia al Senato.
Un altro istituto finito nel mirino dell’ONU è il patteggiamento (ovvero l’accordo tra accusa e imputato) che riduce (o annulla) le sanzioni e rende vani i processi, con buona pace di tutti coloro che hanno compiuto reati. L’ultimo caso è lo scandalo relativo agli appalti illeciti di Expo, dove la maggior parte hanno già risolto i loro problemi con la giustizia. A finire, inoltre, sotto i riflettori del rapporto ONU sono state anche le gravi carenze nel nostro Paese delle tecniche investigative e di indagine come l’agente sotto copertura o provocatore. Istituto quest’ultimo che non è stato esteso ai reati di corruzione per colpa del Governo e della Maggioranza che hanno bocciato tutte le proposte del M5S e, addirittura, anche quella di Grasso che aveva previsto la figura dell’agente provocatore seppur limitato al reato di autoriciclaggio (e non dunque a tutti i reati contro la PA) nel proprio pacchetto anticorruzione. Il famoso ddl n.19 poi totalmente smantellato dal suo stesso PD.
In sostanza tutte le criticità sollevate dal rapporto ONU (e confermate anche dalla Corte dei Conti) in materia di contrasto alla corruzione, sarebbero potute essere state spazzate via qualora la Maggioranza avesse approvato le proposte del M5S sia in materia di prescrizione attraverso l’aumento del termine o la sospensione del termine dal rinvio a giudizio e sia attraverso l’estensione dell’agente provocatore o sotto copertura o infiltrato a tutti i reati di corruzione, concussione, illeciti in appalti pubblici, ecc. Misura quest’ultima invocata sia dall’Associazione Nazionale dei Magistrati e sia dallo stesso presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone il quale in diverse occasioni ha sollecitato il Governo a procedere in tal senso.
Invito, purtroppo, totalmente disatteso dal PD e dal Governo che adesso, con l’entrata nella Maggioranza di Denis Verdini e di tutti gli indagati presenti nel proprio gruppo, ha altro a cui pensare. Ma non di certo a contrastare la corruzione!