La mafia delle adozioni: il governo della “fatina” Boschi risponderà?

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La mafia è un sistema di potere trasversale. Giunge in ogni dove, grazie alla complicità di partiti e politici corrotti. Mafia Capitale, a Roma, ne è stato l’esempio lampante. E negli anni Buzzi e soci sono riusciti a mettere le mani ovunque: tangenti, mazzette, appalti pilotati.
Le mani anche sulle adozioni.
Non a caso nel primo filone di indagini portate avanti dalla Procura, a dicembre 2014, finì Patrizia Cologgi, ex direttore degli uffici Protezione Civile del Campidoglio e Dirigente del Servizio per le Adozioni Internazionali presso la Commissione Adozioni. L’accusa dei Ros? Corruzione propria e impropria. La Cologgi “è un soldato, è come se fossi io”, diceva Odevaine ai vertici della cooperativa La Cascina.
Oggi in Italia ci sono migliaia di famiglie che attendono ancora una risposta. Vivono il calvario di non poter avere un figlio e c’è chi è pronto a speculare sulle loro sofferenze. Noi cominciamo a fare i nomi, perché non abbiamo paura e perché vogliamo dare voce a queste persone abbandonate dal governo e dalle istituzioni. Una di queste associazioni, il cui operato è piuttosto dubbio, è ad esempio la “Enzo B Onlus”.
Secondo le informazioni che riceviamo, la stessa associazione si sarebbe infatti presa beffe di decine di famiglie, promettendo loro di poter concedere l’affido di un bambino etiope salvo poi tirarsi indietro all’ultimo momento ma solo dopo aver ricevuto, in più occasioni, acconti per un totale di circa 12 mila euro, motivati dalla necessità di fare dei corsi di formazione obbligatori.
Ma poi arrivava la scusa, sempre la stessa: ci sono problemi nel Paese di referenza – raccontava la Onlus alle famiglie -, dobbiamo cambiare Paese ma i soldi versati non possiamo rimborsarveli e non possono essere dirottati sulla nuova pratica. Così la Enzo B macinava e macina tutt’oggi denaro, in modo apparentemente illecito. Ma non sta a noi giudicare, dovrà farlo la magistratura, il punto è che queste associazoni operano dietro autorizzazione della Presidenza del Consiglio, in particolare della Cai (Commissione per le adozioni internazionali).
Ebbene, il M5S ha presentato per questo una interrogazione al governo, a prima firma del deputato Emanuele Scagliusi, per chiedere:
1) Perché la Cai ha permesso all’ente Enzo B Onlus di accettare un numero di procedure superiori a quelle che riesce a gestire in modo adeguato?
2) Quali azioni sono state attivate nei confronti dell’ente Enzo B Onlus dalla Cai in modo da verificare la correttezza e l’efficienza della loro metodologia operativa?
Riteniamo infatti che il ministro Boschi abbia delle profonde responsabilità sulla questione. Rientrata da Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, aveva assicurato che a giugno il governo avrebbe messo mano anche alla riforma dell’adozione internazionale. E’ passato più di un anno, ma nulla è cambiato.
Quello che allora fu annunciato come un estremo gesto di sensibilità da parte dell’esecutivo, oggi si palesa come l’ennesimo colpo di teatro per avere un po’ di visibilità mediatica.
Noi siamo con le famiglie: le 170 che ancora oggi attendono una risposta dal presidente Mattarella e con coloro che, come molte altre, sono state truffate da sedicenti associazioni. Il governo cominci a fare chiarezza, a partire dalla Enzo B Onlus.