Condannato, indagato e ricattato:
De Luca, dimettiti

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Oggi abbiamo chiesto che il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, coinvolto ancora una volta in un’inchiesta, faccia un passo indietro e si dimetta. In un’affollatissima conferenza stampa, presenti i parlamentari campani Roberto Fico, Carlo Sibilia, Silvia Giordano, Salvatore Micillo, Andrea Cioffi, Angelo Tofalo, la capogruppo in Regione Campania Valeria Ciarambino e i consiglieri regionali Gennaro Saiello, Maria Muscarà, Vincenzo Viglione e Michele Cammarano.
La regione Campania è ostaggio di un presidente condannato, indagato e (presuntamente) ricattato. La compravendita di una sentenza favorevole in merito alla sospensione per la legge Severino, come ipotizzato dai pm di Roma e Napoli, attraverso posti dirigenziali nella sanità campana stanno portando sull’orlo dell’abisso una delle regioni italiane che più ha necessità di un’azione politica trasparente ed onesta.
In Campania c’è il più alto tasso di disoccupazione giovanile, il maggior numero di bambini poveri, e De Luca pensa soltanto a risolvere i suoi guai giudiziari con toni minacciosi verso tutti che sanno di chiari avvertimenti. La responsabilità vera di tutto quanto sta accadendo è di Renzi, che in qualità di segretario del Pd ha permesso la candidatura del condannato De Luca, che rimane in silenzio, e che nulla fa del tanto pubblicizzato cambiamento. Perché i consiglieri regionali del Pd non vanno da un notaio a firmare le dimissioni, così da permettere ai cittadini campani di tornare quanto prima al voto e poter scegliere un presidente non condannato, indagato e ricattato?
De Luca si deve dimettere, avere un minimo di dignità e liberare una regione che ha bisogno di crescita economica, infrastrutture, una sanità migliore e non di scambio di favori continui e regali agli amici degli amici.