Una pianta a 5 stelle: il grande ritorno della canapa


Era il 1997 quando Beppe Grillo nel suo spettacolo “Cervello” denunciava la scomparsa della canapa dal mercato mondiale per colpa delle lobby del petrolio e del nylon.
Oggi il Movimento 5 Stelle ha posto le basi per rilanciare, dopo 60 anni, la filiera della canapa industriale in Italia. È stata infatti approvata alla Camera la proposta di legge del M5S che stanzia 1,5 milioni di euro per far partire impianti di trasformazione su tutto il territorio nazionale (attualmente ce ne sono solo due in tutta Italia, uno a Torino e l’altro a Taranto).
Viene inoltre aumentata dallo 0,2% allo 0,6% la percentuale consentita di Thc, il principio attivo che rende psicotropa la pianta, ma che in natura serve a renderla più resistente agli attacchi di insetti e microrganismi. Inoltre la concentrazione di Thc può aumentare col caldo, per cui un innalzamento dei limiti consentiti dalla legge garantirà agli agricoltori del sud di non vedersi sequestrato il raccolto solo perché le loro coltivazioni hanno un’esposizione più assolata.
Una nuova vittoria a 5 stelle che consentirà di restituire all’Italia una realtà produttiva che conta molteplici settori: dal tessile, all’agroalimentare fino all’edilizia sostenibile. Per capirne il valore storico ed economico ci basta ricordare questo dato: in Italia negli anni ’40, con 90mila ettari coltivati sul territorio nazionale, eravamo i secondi al mondo del settore e producevamo più canapa di quanto se ne produce oggi in tutto il mondo, con 85mila ettari al 2011 a livello globale.
Ora la palla passa al Senato per l’approvazione definitiva, dove il MoVimento 5 Stelle continuerà a difendere il proprio risultato.