Renzi scippa il futuro dei giovani

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I dati pubblicati dall’ISTAT sull’occupazione non avranno sorpreso i cittadini italiani. La descrizione di un Paese che cresce, dove tutto è funzionante, resta soltanto nella testa del nostro Presidente del Consiglio e del suo governo.
Gli occupati sono 39 mila in meno rispetto allo scorso mese di settembre, anche a causa della diminuzione della contrattualizzazione registrata tra i lavoratori indipendenti (lavoratori autonomi e collaboratori).
Secondo il Ministro Poletti, questo calo sarebbe dovuto alla riduzione delle false partite Iva e delle collaborazioni a progetto a favore di rapporti di lavoro subordinato. La storia ci insegna, invece, che la categoria dei lavoratori indipendenti (partite iva) è stata quella maggiormente penalizzata e tartassata dalle tasse di questo governo e che questo calo è dovuto all’abbandono da parte degli autonomi del mercato del lavoro.
I dati che preoccupano molto il M5S riguardano l’aumento degli inattivi nonché l’aumento della disoccupazione per gli under 25. In pratica, i nostri giovani hanno sempre meno speranze per il futuro e a dirlo è proprio l’ISTAT.
Secondo gli ultimi dati, infatti, il numero degli inattivi, ovvero coloro che pur essendo in età lavorativa non cercano nemmeno più un lavoro, aumenta ancora nell’ultimo mese dello 0,2% (+32 mila persone inattive). Il tasso di inattività è pari al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali e se facciamo il paragone con l’anno precedente, vediamo come l’inattività sia aumenta dell’1,4% (+196mila persone inattive).
Altro dato grave è quello relativo al tasso di disoccupazione dei 15-24enni che si è attestato al 39,8% con un aumento dello 0,3% rispetto al mese di settembre, ma anche nella fascia di età tra i 25 ed i 34 anni si registra nell’ultimo mese una crescita del tasso di disoccupazione (+0,2%).
Se i dati ISTAT non sono per niente confortanti, non lo sono nemmeno i dati diffusi dal Presidente dell’INPS, Tito Boeri. Secondo uno studio realizzato dall’INPS, infatti, chi oggi ha 35 anni avrà una pensione del 25% paragonata a quella di un lavoratore che andrà in pensione oggi, pur lavorando fino ai 70 anni.
Si lavorerà dunque più a lungo per avere una pensione misera e se queste previsioni non cambiano, possiamo già prepararci ad una migrazione in massa dei nostri giovani all’estero alla ricerca di un futuro che in Italia non c’è.
Ma non solo. Sempre Boeri, ha dichiarato che in futuro si lavorerà più a lungo anche in rapporto alla speranza di vita e che se non si metterà in campo uno strumento di sostegno contro la povertà come il Reddito di cittadinanza e/o reddito minimo garantito, ci saranno problemi per chi perderà il lavoro sotto i 70 anni.
Quando il governo capirà che il Reddito di cittadinanza proposto dal M5S è quella manovra economica che serve per far crescere di più il nostro Paese, per far crescere l’occupazione ed i consumi e per dare maggiore dignità, solo allora potremo parlare di una politica in favore dei cittadini e non di semplici slogan. Facciamo il Reddito di cittadinanza!