Le banche del Pd e i risparmiatori sul lastrico: ecco le proposte M5S


Centinaia di persone, piccoli risparmiatori traditi dalle banche del Pd, sono arrivate da mezza Italia e si sono radunate sotto Montecitorio per protestare contro il decreto salva-banche che sarebbe meglio definire ammazza-risparmiatori.
Il M5S c’era. I portavoce hanno fatto la spola tra la commissione Bilancio, in cui si discute la legge di Stabilità, e la piazza per raccogliere le testimonianze dei cittadini ingannati e truffati. Testimonianze che sono state poi portate dentro il palazzo, alle orecchie sorde della politica.
Oltre alla protesta contro il provvedimento vergognoso, però, il MoVimento ha elaborato proposte importanti che speriamo di poter discutere nel merito durante l’esame della manovra.
C’è ad esempio l’opzione di ridurre al 3% i dividendi di Bankitalia che vanno di norma ai soci privati, peraltro banche controllate e in conflitto di interessi. Con le risorse che se ne ricaverebbero, circa 200 milioni, si potrebbe dare un primo sollievo agli obbligazionisti ingannati.
Abbiamo anche previsto di trasformare le obbligazioni azzerate in azioni della bad bank, in modo che i sicuri profitti di quest’ultima vadano ai risparmiatori fregati.
Infine, in subordine, il M5S propone un credito di imposta al 100% per un recupero integrale delle minusvalenze, coperto con la riduzione della deducibilità degli interessi passivi delle banche.
Naturalmente, la nostra soluzione di sistema per le crisi bancarie (o presunte tali) è molto diversa dal bail-in surrettizio cui assistiamo e che coinvolgerà anche correntisti e obbligazionisti garantiti a partire dall’anno prossimo.
Di fronte al collasso di un istituto interviene il ministero dell’Economia (ebbene sì, scavalchiamo la finta vigilanza di Bankitalia che va riformata a fondo). Quest’ultimo eroga un’iniezione di liquidità all’istituto. Non si tratta di soldi gratis e a perdere: il sostegno frutta all’erario e ai cittadini un interesse al 3%. Nel frattempo, però, la banca viene commissariata dallo Stato e prende avvio la ristrutturazione. Durante questo periodo, stop a bonus ai manager e stop ai dividendi.
Alla scadenza del prestito, il ministero valuta se la banca è in grado di restituirlo (solo se è stato ristabilito un sufficiente livello patrimoniale). Se così non è, lo Stato diventa azionista della banca stessa.
La seconda alternativa che il M5S propone è l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che era già pronto a salvare le quattro banche e che aveva anche modificato il suo statuto per aggirare i vincoli Ue sugli aiuti di Stato.
Ora speriamo si possa rimediare al pasticcio senza toppe e senza le solite mancette che lasciano solo l’amaro in bocca
Il MoVimento 5 Stelle, in ogni caso, farà di tutto per salvare tutti i risparmi dei piccoli investitori.