Stabilità, “marchette” per 1 miliardo. E’ l’assalto alla diligenza


Nell’assalto alla diligenza delle ultime ore, marchette, mancette, norme micro-settoriali e localistiche a favore degli “amici” si sprecano. Alla faccia della legge e in spregio a ogni buonsenso.
Alla solita brama famelica dei parlamentari, quest’anno si aggiunge la propaganda da quattro soldi di un governo in difficoltà che ha pensato bene di rilanciare con promesse su promesse pur di nascondere i propri fallimenti. Tra “una tantum” e graziose elargizioni siamo ormai alla cifra di un miliardo. Mille milioni.
La sicurezza? Certo, è importante. Il M5S chiede da tempo di far ripartire i contratti e di fare marcia indietro sui tagli alle forze dell’ordine. Il governo invece pensa di risolvere la questione con gli 80 euro alle forze di polizia che valgono solo per quest’anno. Costo? Ben mezzo miliardo. Senza, peraltro, nessun beneficio sui contributi. E persino i sindacati sono sul piede di guerra.
Poi c’è l’altra paghetta, quella ai 18enni. Mentre il M5S propone una misura strutturale come il Reddito di cittadinanza che consentirebbe anche ai ragazzi provenienti da famiglie disagiate di studiare tranquilli o di formarsi per cercare un lavoro, il governo fa 300 milioni di deficit per dare loro una “social card” da 500 euro da spendere in cultura e svaghi. Se poi i ragazzi studiano musica e vogliono farsi lo strumento nuovo, ecco mille euro elargiti dal governo, per un onere fino a 35 milioni.
Il M5S ha scoperto e ha dato battaglia, nottetempo, per bloccare un fondo da 1 milione all’anno per la Fondazione RomaEuropa Arte e Cultura (guidata dalla moglie di Marco Causi, deputato Pd ed ex assessore al Bilancio del Comune di Roma con Veltroni, negli anni in cui esplose il debito della Capitale), fondo inserito peraltro nel pacchetto sicurezza (cosa c’entra?). La minaccia di ostruzionismo ha sortito l’effetto di far ritirare la gentile elargizione.
E’ passato invece il salvacondotto, rispetto alla tagliola della spending review, per la Fondazione Maxxi (guidata dalla ex esponente Pd, e veltroniana di ferro, Giovanna Melandri) che potrà spendere così 500mila euro in più all’anno. E c’è stato il via libera al contributo di 12 milioni a favore del Comune di Campione d’Italia “in considerazione delle particolari condizioni geopolitiche”. Ok pure al sostegno Aci per il Gran premio di Monza e all’abolizione del balzello fiscale ad hoc sui contratti di compravendita dei calciatori: un settore che in effetti ha bisogno urgente di sostegno.
Poi ci sono 110 milioni in favore del due per mille alle associazioni culturali. Ben 20 milioni per i soliti forestali calabresi. Un milione per il Club Alpino Italiano, 15 milioni in tre anni al Fondo nazionale per la montagna e i soliti 10 milioni per la convenzione con Radio Radicale. Poi addirittura un credito di imposta, costo pari a 15 milioni, per chi acquista impianti di videosorveglianza elettronica o stipula contratti con vigilantes.
Se invece si vuole partire per un viaggio, ecco 5 milioni complessivi a copertura di un incentivo per chi rottama il vecchio camper e ne compra uno “euro 5”. E menomale che Palazzo Chigi doveva sfoltire la foresta di agevolazioni.
Ma cosa dire dei 20 milioni per i collegamenti aerei della Sicilia o dei 5 milioni per la bonifica della Valle del Sacco? Tutta roba non necessariamente negativa, ma che non andrebbe infilata in legge di Stabilità.
Non dimentichiamo, poi, 300mila euro su tre anni per la società Dante Alighieri (presidente l’ex ministro Andrea Riccardi e vicepresidenti Gianni Letta e Paolo Peluffo) e 3 milioni in tre anni per il finanziamento di festival, cori e bande. Della serie: canta che ti passa.
L’Ente morale Fondazione Pagliara di Napoli ringrazia per l’erogazione da 500mila euro. Stessa cifra e stessa città, ma stavolta all’Istituto Suor Orsola Benincasa. Infine, 70mila euro arrivano al Museo della Civiltà istriano-fiumana-dalmata.
E pensare che all’inizio del cammino della Stabilità “l’argent de poche” in favore dei parlamentari doveva essere limitato a 2-300 milioni. Siamo, però, vicini a Natale e le strenne si moltiplicano. Le coperture mancano, il deficit si gonfia, i saldi si modificano a piacere e le previsioni del Def vanno a farsi benedire.
Il governo degli annunci e delle promesse a raffica sembra un pokerista disperato che si gioca tutto all’ultima mano. O la va o la spacca. Intanto, però, ai cittadini tocca assistere al solito, triste mercato delle vacche.