Controllo partecipate: il governo cerca di neutralizzare la Corte dei Conti

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A parole, il governo degli sprechi e delle clientele politiche dice di voler sfoltire la foresta di partecipate locali che garantiscono il potere ai soliti noti e prebende agli amici degli amici, ma nella pratica Palazzo Chigi fa tutt’altro.
L’ultimo voltafaccia rispetto ai proclami, infatti, vede nel mirino niente meno che la Corte dei Conti: con i decreti attuativi della riforma Madia in arrivo, il governo si prepara a spuntare le unghie ai magistrati contabili, gli unici che riescono a contrastare con tempestività ed efficacia gli sperperi, gli abusi e il malgoverno del cosiddetto capitalismo municipale.
La conseguenza di una simile azione è ancora quella spesso perseguita dal governo, cioè ingolfare la macchina giudiziaria, allungare i tempi delle sentenze, rendere quasi impossibile l’accertamento del danno erariale. In pratica, agevolare ancora di più pastette e intrallazzi di persone come gli ormai celeberrimi Buzzi e Carminati, che nelle municipalizzate romane la facevano da padroni tenendo le fila di quel mondo di mezzo tra criminalità e politica.
Un mondo di mezzo che ci appare ora addirittura agevolato dal decreto Madia.
Il Movimento 5 Stelle contrasterà ogni tentativo di garantire una impunità sostanziale a padrini, cacicchi e protetti della politica locale e nazionale, che usano le partecipate come strumenti di clientela e di costruzione del consenso.