Il Governo accentra il controllo sulle aziende di Stato»

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Roma, 20 gennaio 2016 – «Con la riforma delle partecipate pubbliche, sarebbe in atto l’ennesima operazione di accentramento del potere nelle mani della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In un sol colpo, il capo del governo avrebbe il controllo delle aziende di Stato, con le attività di vigilanza e di nomina degli amministratori».
È quanto afferma il deputato del M5S, Andrea Vallascas, componente della commissione Attività Produttive, che ha presentato un’interpellanza al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, per chiedere chiarimenti su alcuni aspetti dei decreti attuativi della riforma della Pubblica Amministrazione, con particolare riguardo alla riforma della partecipate pubbliche.
«Secondo diverse indiscrezioni apparse sugli organi di stampa – spiega Vallascas – con il provvedimento, in procinto di essere approvato dal Governo nella seduta convocata per oggi, passerebbero a Palazzo Chigi le competenze sulle partecipate pubbliche oggi in capo al Ministero del Tesoro».
«A rafforzare ulteriormente il rischio di una concentrazione di poteri in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – prosegue – ci sarebbe il potere attribuito al capo del Governo di nominare gli amministratori unici delle aziende, figure destinare ad acquisire particolare importanza visto che non ci saranno più i consigli di amministrazione in molte aziende pubbliche».
«Questa circostanza – aggiunge Vallascas – creerebbe una chiara situazione di conflitto d’interessi per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si troverebbe nella situazione ambigua di dover svolgere attività di controllo e, contemporaneamente, di nominare il soggetto da controllare».
«La norma così prospettata – conclude – è molto confusa e introduce elementi di discrezionalità inaccettabili oltre a ridurre le misure di prevenzione e controllo sugli illeciti contabili. L’associazione dei magistrati contabili, ad esempio, ha segnalato una serie di limitazioni alle funzioni giurisdizionali e di controllo esercitate dalla Corte dei Conti».