Appalti sporchi e scuole sudicie. Multate le coop, il governo che fa?

aule-sporche.jpg
Question Time M5S: appalti coop pulizia scuole
“Privatizzare”, ovvero la panacea per tutti i mali secondo la vulgata corrente, si dimostra per l’ennesima volta non solo una soluzione deleteria, ma anche un’ottima scusa per rubare soldi (pubblici, ovviamente) e arricchire gli amici.
Abbiamo molte volte denunciato il desolante stato di sporcizia e abbandono che regna nelle scuole dove le pulizie sono affidate in “appalto esterno” a società molto, troppo vicine alla politica. Un appalto affidato a poche aziende tra le quali naturalmente le solite coop, e che oltretutto non permette neppure di risparmiare, visto che è molto più costoso del servizio svolto da personale statale: l’ultima gara Consip, nel 2012, ha assegnato una torta da ben 1,63 miliardi. Una torta enorme che le coop si sono spartite tra loro con un accordo di cartello, secondo l’Autorità garante della concorrenza del mercato, che infatti ha comminato 110 milioni di salatissime multe a tutti. La più grossa delle quali, ben 48 milioni di euro, è toccata all’emiliana “rossissima” Manutencoop che aveva fatto accordi sottobanco con l’ormai famigerata coop Roma Multiservizi. Manutencoop non è una realtà qualsiasi, ma un vero e proprio gigante: un miliardo di fatturato, 18 mila dipendenti.
L’istruttoria andava avanti da tempo, ma malgrado ciò il governo ha prorogato l’appalto pubblico (cosa peraltro vietata) fino alla fine di luglio, con la scusa propagandistica delle “Scuole belle”.
Allora, in occasione del Question Time il M5S oggi chiede al ministro cosa avrà intenzione di fare riguardo alla prossima gara Consip che sarà bandita nei prossimi mesi: continuare a far finta di non sapere che tali gare sono in realtà una mera spartizione, oppure inaugurare finalmente norme più severe per una corretta vigilanza?
Fermo restando che comunque non si vede l’utilità di continuare a far pulire le scuole alle coop anziché a personale interno, se non per agevolare il saccheggio di soldi pubblici e finanziare sottobanco i partiti più “generosi”.