L’inquinamento uccide: interrogazione M5S al Governo del fossile

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È passato più di 1 anno da quando Matteo Renzi vaneggiava di un rivoluzionario provvedimento per l’ambiente, il Green Act. Ad oggi non se ne vede neppure l’ombra, e l’impronta del Governo è sempre più definita: ancora fonti fossili, nessun reale cambio di marcia a favore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Nel frattempo, l’emergenza sanitaria e ambientale provocata dalle polveri sottili è ormai diventata la regola, e i sindaci si trovano costretti a fermare la circolazione in assenza di interventi strutturali che guardino al futuro. Ecco il motivo dell’interrogazione M5S a prima firma Gianni Girotto sui danni ambientali e sanitari dovuti all’inquinamento, fenomeno che provoca in Italia oltre 80 mila morti all’anno.
Il Governo, infatti, considera la politica energetica e ambientale come un salvadanaio di Stato e sta pianificando la riforma delle tariffe di rete e degli oneri in bolletta, che porterà nei prossimi tre anni un aumento di circa il 25% dei costi energetici per milioni di utenti. Senza dimenticare il combinato di provvedimenti anti-sviluppo sostenibile: la riforma dei Certificati Bianchi, quella sul Conto Termico, il blocco delle reti private sempre più a favore dei grandi rivenditori inquinanti e l’ennesima spinta alle trivellazioni petrolifere.
Il Green Act a 5 stelle è di segno opposto: rilancio dell’industria edile attraverso la costruzione di edifici – pubblici e privati – a consumo energetico zero; potenziamento delle misure per favorire l’efficientamento energetico delle costruzioni esistenti; stabilizzazione dell’ecobonus al 65%; investimenti pubblici nella mobilità elettrica e sostenibile.
È tutto pronto. Basta volerlo.