Milleproroghe: il governo regala altri sei mesi di vita a Equitalia

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Il “Milleproroghe” è il simbolo della politica che non sa fare il proprio mestiere, che non affronta i problemi, non scioglie i nodi e preferisce andare avanti di rinvio in rinvio, aggirando gli ostacoli o lisciando il pelo a clientele e gruppi di interesse.
Un decreto legge così eterogeneo e multiforme non dovrebbe nemmeno esistere, come sostiene da tempo anche la Corte costituzionale. Ma quando l’inefficienza amministrativa sposa l’interesse a far passare favori e marchette dell’ultimo minuto, ecco che – puntuale ogni fine anno dai primi anni ’90 – arriva appunto il Milleproroghe.
Anche questa volta il Parlamento è impegnato a votare, anzi, a liquidare in fretta schifezze d’ogni genere, contro le quali il M5S sta lottando strenuamente.
Qualche esempio?
Nel testo è presente l’ennesima proroga di sei mesi “salva-Equitalia”. In pratica, viene posticipato il termine entro il quale gli enti locali dovranno rinunciare ad avvalersi del carrozzone corrotto che opera la riscossione di Stato. Si allunga ancora la vita di Equitalia, e si accorcia ulteriormente quella quella di tante imprese e cittadini oppressi dallo strangolatore nazionale.
Il M5S ha chiesto di sopprimere il rinvio e, anzi, ha previsto sanzioni per gli enti locali che non organizzino un servizio in proprio.
Ma non finisce qui. C l’ennesimo rinvio alla soluzione del problema degli Lsu in Calabria. Peraltro il Milleproroghe prevede che non ci siano sanzioni in caso di sforamento del Patto di Stabilità. E poi, il governo punta invece a ridurre le agevolazioni sul costo del gas e del gpl per le aree montane, riduzione che invece il M5S vuole evitare, in considerazione delle penalizzazioni logistiche che quelle zone subiscono.
Inoltre, stiamo chiedendo che sia prorogata la possibilità, per chi possiede ancora lire non convertite in euro, di cambiarle senza gli inganni e le limitazioni che un decreto di Monti (poi bocciato dalla Consulta) aveva cercato di imporre a fine 2011.
Infine, siamo riusciti a sventare l’ennesima proroga sulle vecchie centrali biomasse e biogas, con un regalo ulteriore da 25 milioni di euro, soprattutto al gruppo Marcegaglia.
L’elenco delle marchette potrebbe continuare e i lobbisti ringraziano. Ma il M5S vigila a difesa dei cittadini.