La Corte dei conti boccia il Governo e il Jobs Act

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La Corte dei Conti nella relazione sull’INPS pubblicata qualche giorno fa, ha lanciato il campanello d’allarme sul Jobs Act, confermando la tesi che il M5S sostiene ormai da tempo, ovvero che il contratto a tutele crescenti e gli sgravi contributivi ad esso collegati, possono mettere in ginocchio il nostro Paese provocando lo scoppio di una grave bolla occupazionale.
Fra 3 anni, infatti, gran parte dei contratti a tutele crescenti che sono stati attivati, potrebbero cessare unitamente all’esaurimento dello sgravio contributivo che era stato previsto nel Jobs Act, con il rischio reale di una cessazione in massa dei contratti in essere. Ciò comporterebbe anche un’inevitabile aumento delle prestazioni a sostegno del reddito, come l’indennità di disoccupazione.
Ma non solo. La Corte dei Conti lancia l’allarme anche su altro aspetto. Secondo i Giudici contabili dello Stato, infatti, qualora da tali misure, ovvero, dagli sgravi contributivi, non derivi un effettivo incremento occupazionale, e le nuove assunzioni siano ascrivibili a mere trasformazioni della durata e della natura contrattuale di rapporti in essere, il mancato introito di risorse – proprie per effetto della decontribuzione -, richiederebbe un ulteriore incremento di trasferimenti dal settore pubblico, la cui provvista ricadrebbe sulla fiscalità generale. In sintesi, un reale rischio di fallimento occupazionale, i cui costi ricadrebbero in ulteriore tasse ai danni dei cittadini!
In sostanza, viene confermata quanto il M5S sostiene da sempre. E cioè che, quando si prenderà atto che la gran parte dei contratti a tutele crescenti attivati sono stati semplici trasformazioni di contratti già in essere e non, dunque, nuovi contratti, il nostro Paese si ritroverà a gestire oltre che il rischio della cessazione di massa, anche un nuovo e vero bagno di sangue per la fiscalità generale e, dunque, per i cittadini contribuenti.
Il governo è responsabile di tutto ciò. Avrebbe potuto evitare i danni se avesse seguito le proposte di modifica al Job Act del M5S.
Il Parlamentari del M5S, infatti, hanno chiesto più volte di razionalizzare la concessione degli sgravi contributivi solo in favore dei datori di lavori che effettivamente contribuivano alla creazione di nuova e reale occupazione, evitando così abusi e/o indebiti utilizzi, consistenti nel trasformare i contratti di lavoro in essere, al fine di ottenere gli sgravi ed anche il premio di un “facile licenziamento”. Ma così, purtroppo, non è stato.
In conclusione, il tempo dimostra sempre di più che il Jobs Act è stato un fallimento totale che è servito soltanto per sostenere la politica degli slogan e delle frasi ad effetto del Governo privi di qualsiasi contenuto, nonché per sperperare la bellezza di 12 miliardi di euro che ben potevano essere utilizzati per finanziare l’unica vera manovra economica ed occupazionale di cui ha bisogno il nostro Paese, ovvero, il Reddito di cittadinanza del M5S.
Subito il Reddito di cittadinanza!