Infrazioni, per Galletti diminuiscono ma le multe aumentano

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Roma, 1 marzo 2016 – «Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, nel corso dell’audizione di oggi davanti la commissione Ambiente alla Camera, ha enfatizzato il calo delle procedure di infrazione: peccato che nonostante questa diminuzione gli ignari cittadini italiani continuino a pagare multe salatissime», è il commento dei deputati del M5S in Commissione Ambiente.
«Per esempio sulla questione relativa alle discariche abusive, il nostro Paese ha già versato alla Commissione europea 113 milioni e 200 mila euro, e per la cattiva gestione dei rifiuti in Campania abbiamo già pagato circa 42 milioni a Bruxelles – ha sottolineato il capogruppo in Commissione Ambiente Claudia Mannino – Cifre in continua crescita visto che il Governo non ottempera a quanto stabilito dalla Corte di giustizia dell’Unione europea».
A ciò si aggiunga che, nel 2016, potrebbero iniziare ad arrivare anche le sanzioni per la cattiva gestione della acque reflue. Parliamo di 19 Regioni e circa 2.500 Comuni fuorilegge, un’illegalità diffusa in quasi tutta la Penisola che, da una prima simulazione del Governo, potrebbe costarci multe per un ammontare di circa mezzo miliardo di euro l’anno dal 2016 e fino al completamento delle opere.
«Infine come Movimento 5 Stelle non possiamo non segnalare come intorno a tutte queste vicende ci sia l’assoluta mancanza di trasparenza. E’ quasi impossibile, infatti, conoscere le lettere di messa in mora ed i pareri motivati conseguenti alle procedure di infrazione: sappiamo bene che durante la fase del contenzioso la Commissione europea obbliga gli Stati membri a non divulgare questi testi ma comunque questa è un grave mancanza sia i Deputati e Senatori che hanno l’obbligo di controllare l’operato del Governo sia per i cittadini che vivono nei territori oggetto di violazioni ambientali. L’esecutivo, invece, non ha scuse per quanto riguarda le sentenze della Corte di giustizia, infatti per conoscere l’ammontare delle multe (semestrali e/o giornaliere, cioè quanto l’Italia effettivamente paga) dobbiamo rivolgerci sempre alla Commissione europea, cosa che riusciamo a fare grazie ai nostri parlamentari. Il governo infatti non fornisce mai nessun dato, né ai parlamentari né all’opinione pubblica».