Editoria: il governo continua a comprarsi la stampa con soldi pubblici

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Roma, 2 marzo – “Il governo continua a regalare soldi pubblici agli amici editori e in questo modo, con uno scambio di reciproci favori, tiene la stampa guinzaglio. Un’informazione libera e indipendente è troppo pericolosa per Renzi e i partiti: è per questa ragione che se la ‘comprano’. Lo fanno, tra l’altro, usando anche i soldi derivanti dalle eccedenze del canone Rai. In legge di Stabilità 2016 era stato deciso che tali eccedenze sarebbero dovute servire per abbassare la tassa tv ai cittadini over 75 che guadagnanomeno di 8 mila euro. Come al solito si sono rimangiati la parola e ai rimetterci sono stati, ancora una volta, i più deboli. In questa giornata non possiamo che ribadire il nostro assoluto ‘no’ al finanziamento pubblico dell’editoria. Gli aiuti di Stato, perché di questo si tratta, tutto fanno tranne che difendere il pluralismo: drogano il mercato, creando dipendenza, e azzoppano la libera concorrenza, presupposto indispensabile per un’informazione più libera

Così i parlamentari M5S commentano il voto contrario alla Camera alla Proposta di legge che ha istituito il fondo per il pluralismo dell’editoria.

“All’interno di questa irricevibile Pdl oggi siamo almeno riusciti a far approvare un emendamento che limita la possibilità di accedere al contributo pubblico soltanto a quelle testate che dimostrino di aver venduto almeno il 30% delle copie. In questo modo viene almeno arginata la possibilità di regalare arbitrariamente soldi agli amici della politica .

Resta invece in piedi un’altra misura vergognosa: per favorire soliti grandi gruppi industriali, governo e maggioranza hanno deciso di dare incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari su quotidiani e periodici. Un’operazione che consentirà a quei gruppi di guadagnarci economicamente e di tenere sotto controllo la stampa. Se poi a fare pubblicità sulla stampa saranno i partiti, i soldi dei cittadini usciranno dalle loro tasche tre volte: la prima per il finanziamento all’editoria, la seconda quando i partiti useranno i fondi pubblici per farsi pubblicità e la terza con gli sgravi fiscali di cui godranno.

Se questo è il concetto di pluralismo dell’informazione che hanno Renzi e i parlamentari della maggioranza, non possiamo poi sorprenderci quando nella classifica della libertà di stampa l’Italia è posizionata molto, troppo, indietro”.