Sanità: sistema al collasso e gli italiani rinunciano a curarsi


In tema di sanità ci sono due dati che fanno tremare i polsi. Il primo arriva dall’Istat che nel 2015 ha registrato 54mila decessi in più rispetto al 2014, in totale i morti sono stati 653mila. E’ un tasso di mortalità pari al 10,7 per mille, il più alto dal secondo dopoguerra.
Il secondo arriva dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva: lo scorso anno 4,3 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi per colpa dei costi del ticket (lievitati grazie ai tagli di 2,3 miliardi di euro che Renzi ha fatto alla Sanità con il Dl Enti locali) e delle lunghe liste di attesa.
A pagare il prezzo più alto sono i cittadini delle Regioni in piano di rientro, lì dove la spesa pubblica è minore e la tassazione più alta, e quelli che abitano al Sud (11,2%), dove i ticket sono più alti (almeno per metà delle prestazioni). Non è quindi un caso se in Italia la spesa sostenuta dai cittadini di tasca propria per prestazioni sanitarie è al di sopra della media Ocse: 3,2% a fronte di un 2,8%.
Nonostante l’evidente necessità di un investimento massiccio nel settore della sanità, il governo se ne infischia e nell’arco di un anno ha fatto tagli abnormi alla spesa pubblica, superiori ai 4 miliardi di euro. A chiedere nuovamente conto di questi tagli è la senatrice M5S Paola Taverna, in un’interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Il governo, non sazio, ha messo le mani anche sulle pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento di disabili e anziani, considerandole redditi veri e propri per il calcolo del’Isee. Come se la disabilità, invece che un ulteriore e gravoso peso per chi ne soffre e per le famiglie, fosse una fonte di reddito come il lavoro o una casa, e il sostegno che lo Stato dà al disabile una remunerazione.
La situazione gravissima in cui versa il SSN è frutto di precise responsabilità, di scelte scellerate del governo e delle forze politiche che hanno reso sempre più difficoltoso l’accesso alle cure sanitarie, hanno appesantito gli oneri a carico dei cittadini, diminuendo quelli a carico dello Stato, e abbassato sempre più la qualità delle prestazioni garantite..
Una popolazione che non ha i soldi per pagarsi una Tac, una visita medica o un’analisi, rinuncia a curarsi e dunque si ammala di più e muore di più.
Chiediamo che il ministro Lorenzin venga in Senato a dirci se per lei è normale che milioni di cittadini siano costretti a rinunciare alle cure e come giustifica i tagli del governo.