Cassa depositi e prestiti, il tesoretto dimenticato dai Comuni

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Cassa Depositi e Prestiti, un “tesoretto” da milioni di euro inutilizzato dai Comuni. Cosa fa lo Stato per aiutare gli enti territoriali ed utilizzare propriamente queste risorse allentando i vincoli del Patto di Stabilità? Lo chiede il Movimento 5 Stelle con un’interrogazione che mira a far luce su questa paradossale e tipica situazione all’italiana.
In un’epoca di risorse sempre più scarse per gli enti locali il Movimento 5 Stelle vuole far luce sull’ennesima inefficienza del ‘sistema Italia’. Un po’ di storia. Negli anni ’90 fu istituito un fondo rotativo finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti destinato alla progettualità e volto ad anticipare le spese necessarie per gli studi di fattibilità, per l’elaborazione dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi, incluse le valutazioni di impatto ambientale e altre rilevazioni e ricerche necessarie.
Solitamente, le pubbliche amministrazioni centrali, ma sopratutto quelle locali, non hanno abbastanza fondi per produrre progetti di qualità e quindi attrarre investimenti per opere che potrebbero migliorare la vivibilità dei nostri territori.
Ciò che abbiamo verificato è che queste risorse, impegnate dal Ministero dell’economia e delle finanze e gestiti da Cassa depositi e prestiti sono sostanzialmente inutilizzate.
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La tabella mostra l’andamento delle concessioni dal 2003 al 2015. Come si può facilmente verificare si è assistito ad una costante riduzione delle concessioni e dei fondi stanziati. Se nel 2003 furono fatte 406 concessioni pari a oltre 38,4 milioni di euro, dall’anno seguente in poi si è andati verso una progressiva diminuzione delle risorse e delle concessioni. Nel 2012 6 per un 928.640 euro, nel 2013 18 concessioni per 4,18 milioni di euro per scendere ad una sola concessione nel 2014 per 140.815 euro e 7 nel 2015 per 819.573 euro.
Ora, l’approccio del burocrate medio sarebbe quello di attribuire la sostanziale responsabilità di questa perdita di occasioni ai Comuni, i quali effettivamente sono coloro che devono attivarsi per richiedere il finanziamento.
Il Movimento 5 Stelle ritiene però che una regia attenta da parte dello Stato – e degli enti a lui collegati – preveda l’affiancamento e lo stimolo dello stato centrale verso le sue istituzioni periferiche.
Attraverso l’interrogazione abbiamo chiesto tutto le attenzioni del caso al Ministero delle Finanze e inoltre chiediamo che si svincolino i Comuni dal patto di stabilità quando intendano impegnare risorse per la progettazione di nuove opere pubbliche comunali per la collettività.