Dai lavori della Commissione emerge la responsabilità dell’uranio

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Roma, 23 marzo 2016 – «L’inchiesta della Commissione della Camera sull’uranio impoverito è a una svolta e sta emergendo la verità in tutta la sua importanza: siamo di fronte a una strage di Stato e il mandante è l’uranio impoverito utilizzato nei teatri bellici. Tutto questo si sta scrivendo, nero su bianco, grazie al lavoro della Commissione che è riuscita a strappare nell’ultima audizione una verità che si stava tenendo nascosta». È il commento dei deputati M5S componenti la Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito Giulia Grillo e Gianluca Rizzo.
«Giorgio Trenta, presidente dell’Associazione italiana di radioprotezione medica solo alla seconda audizione e grazie alle continue sollecitazioni della Commissione, ha esplicitato quanto inizialmente aveva tenuto sotto traccia: l’uranio è il mandante della formazione delle nanoparticelle di metalli pesanti, come la consulente della Commissione Antonietta Gatti ha dimostrato da anni. Quindi è la causa indiretta, ma comunque la causa dei tumori».
«Eppure è stato necessario incastrare Trenta con le sue stesse perizie firmate in tribunale, dopo che invece in una prima audizione si era limitato a riferire degli effetti patogeni legati al comportamento radioattivo dell’uranio depleto omettendo invece di riferire sul ruolo patogeno delle nanoparticelle prodotte dall’esplosione di proiettili a uranio impoverito in caso di neoplasie così come da lui invece affermato in alcune consulenze tecniche d’ufficio le cui relative cause si sono concluse con la condanna del Ministero della Difesa. Quindi gli stralci di tali consulenze nelle quali il prof Trenta afferma il nesso causale fra le neoplasie oggetto della richiesta di causa di servizio e l’esposizione alle nanoparticelle prodotte dall’esplosione delle armi ad uranio impoverito che hanno contaminato i luoghi sede delle missioni a cui i militari hanno partecipato, sono state lette dal presidente Scanu e confermate interamente nel loro contenuto dallo stesso professor Trenta. E così il velo delle omissioni è stato squarciato».