Il governo distrugge una delle migliori sanità pubbliche del mondo. Ecco come

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Bernie Sanders, candidato del Partito Democratico alla Presidenza USA, di ritorno dal nostro Paese fa un comizio a New York e dichiara ai suoi sostenitori: L’Italia è un modello sul fronte del sistema sanitario. E’ la sanità che vorrei istituire negli Usa se sarò eletto presidente.”
Renzi è invece il premier (non eletto) del Partito Democratico italiano, e sul fronte sanità la pensa proprio all’opposto di Sanders. In base a ciò che si legge nel Def, il governo apprezza così poco la sanità italiana pubblica da sforbiciarla ancora senza pietà: 3,5 miliardi di tagli nel 2017, e ben 5 miliardi nel 2018. La spesa sanitaria scenderà così al 6,6% del Pil nel 2018, media più bassa dei Paesi Ocse.
E poi interventi a raffica per peggiorare il servizio sotto ogni aspetto. Blocco del turnover del personale medico-ospedaliero, aumento del ticket (malgrado la diminuzione delle ricette… o forse proprio per compensare il mancato introito?), tutto a fronte di un ulteriore aumento della spesa farmaceutica ospedaliera che non smette di espandersi. E poi dice che a pensar male, e a parlare di lobby, si fa peccato: tagli a tutto, tranne che a ciò che fa guadagnare l’industria farmaceutica.
Probabilmente al governo piace la costosa sanità privata e fa di tutto per aiutarla. La pensava così anche Reagan. Ma se Renzi e i suoi accoliti obbediscono solo alla logica del profitto, in perfetta ottica neoliberista, invece di mandare la Lorenzin a raccontare frottole in TV dovrebbero cominciare col cambiare nome al partito: perché di “Democratico”, qui, non ci è rimasto proprio un bel nulla.