#Trivellopoli: Il Governo vuole limitare le intercettazioni e rinviare la prescrizione

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E’ ormai chiaro. Questo Governo, nel pieno dello scandalo Trivellopoli che lo vede gravemente coinvolto insieme ad altri esponenti del PD, si appresta a mettere mani alle intercettazioni ed a rinviare, addirittura, alla prossima futura legislatura la riforma della prescrizione. Non sono stati sufficienti, dunque, i moniti arrivati da tutto il mondo giudiziario che hanno confermato come la priorità per il paese sia quella di allungare i termini della prescrizione, soprattutto per i reati di corruzione, alla luce del fatto che oltre la metà dei processi finiscono nel cestino, dopo anni di lavoro e soldi pubblici spesi.
Il Governo, dunque, sorretto da Alfano e Verdini e con il PD che ha ben 124 dei propri esponenti indagati e imputati in giro per l’Italia, vuole imbavagliare la stampa libera e la stessa Magistratura con la scusa della violazione della privacy. Come se in Italia mancassero le norme che disciplinano la violazione della vita privata degli individui o mancassero le norme a tutela di diffamazioni o norme per ottenere risarcimenti dei danni in caso di lesioni dei propri diritti individuali. Balle! La verità è che in questo modo l’esecutivo può tenere nascosto ai cittadini le indecenze dei politici e dei propri funzionari pubblici corrotti. Eppure erano proprio gli stessi esponenti del PD e del Governo a dichiarare solo nel 2011 che: “sulle intercettazioni non possiamo andare contro la Corte di Giustizia europea che pone il diritto di cronaca prima di tutto anche prima del diritto di privacy dei politici. Il politico rappresenta istituzioni e quindi non esistono suoi comportamenti privati che non incidano sulla credibilità pubblica” (Serracchiani) o che “la maggioranza ritiri il bavaglio. Con la scusa della privacy punta a bloccare la libertà di informazione e la capacità dello Stato di condurre indagini contro reati gravi”, come affermato, addirittura, dall’attuale Ministro Orlando nel 2010. Cosa è cambiato nel frattempo, visto che le leggi sono sempre le stesse di prima. Per caso sono stati i vari scandali in cui sono direttamente coinvolti sia i membri dell’esecutivo che gli esponenti del PD, da Mafia Capitale a Trivellopoli, sino al Cara di Mineo ad aver fatto cambiare idea? La risposta è si!
L’ulteriore conferma è data, inoltre, dal fatto che il Governo vuole accantonare definitivamente l’unica vera riforma di cui ha bisogno il Paese, rinviata a data da destinarsi. Quella sulla prescrizione dei processi. Una ignobile amnistia di fatto per tutti i soggetti condannati – magari sia in primo grado che in secondo grado – e che riescono a farla franca solo perchè i processi scadono troppo presto e cadono nel vuoto. Per l’esecutivo, dunque, e la propria maggioranza, piena zeppa di inquisiti, è meglio andare avanti con l’attuale legge (la Ex Cirielli) che dimezza i termini di prescrizione dei processi, garantendo di fatto l’impunità per i delinquenti. Una legge, tra l’altro, dichiarata illegittima dalla Corte di giustizia europea, voluta da Berlusconi, criticata dal PD e adesso tornata utile per questo Governo. Sempre più complice e parte integrante di un allarmante diffuso sistema corruttivo senza fine!