Campania: l’inchiesta su camorra e appalti che travolge il Pd di Renzi

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C’è l’ombra del clan dei Casalesi e della camorra nell’ennesima inchiesta che in queste ore sta travolgendo il PD campano e un pezzo forte del partito, il consigliere regionale e presidente del Pd in Campania Stefano Graziano, ex deputato e già consigliere del governo prima con Letta e poi con Renzi.
L’accusa che la Dda di Napoli ha formulato nei suoi confronti è pesantissima: secondo i magistrati l’esponente dem avrebbe chiesto e ottenuto l’appoggio della camorra alle ultime elezioni per il Consiglio regionale della Campania; le Fiamme Gialle hanno intercettato una conversazione in cui si parlava dell’appoggio elettorale che si doveva a Graziano che – secondo quanto scrivono gli inquirenti – sarebbe diventato “punto di riferimento politico ed amministrativo” del potente clan Zagaria.
L’inchiesta riguarda la vicenda di appalti pilotati e mazzette per cui a luglio scorso finì in carcere l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio di Muro (eletto con l’appoggio del centro-sinistra e del PD), e che nella sola giornata di oggi ha portato a 9 arresti per reati come corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico con l’aggravante di aver agevolato per alcuni appalti proprio il clan camorristico dei Casalesi.
Se oggi possiamo venire a conoscenza di questo nuovo scandalo, così come è accaduto per Trivellopoli, è grazie al lavoro di quella magistratura quotidianamente attaccata e delegittimata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, e grazie a quelle intercettazioni telefoniche che questo governo vuole limitare, affinchè gli italiani non sappiano del marciume che gira intorno al PD e che questo governo è succube degli interessi lobbistici di petrolieri e banchieri.
Giorno dopo giorno appare evidente anche il motivo per cui il governo vuole affossare la riforma della prescrizione: solo in questo modo il PD può tentare di salvare i propri esponenti corrotti.
Ultima annotazione: con la riforma costituzionale di Renzi-Boschi-Verdini, Stefano Graziano, visto il ruolo ricoperto, dal Consiglio regionale della Campania sarebbe entrato dritto dritto in Senato e in quanto senatore avrebbe goduto anche dell’immunità parlamentare: un aspetto da non trascurare quando ad ottobre si andrà a votare al referendum costituzionale per confermare o cancellare questo obbrobrio che chiamano riforma. Dopo quanto emerso dall’inchiesta della Dda di Napoli, l’unica cosa che Graziano può fare è lasciare il Consiglio regionale e chiarire tutto davanti ai giudici.