Gse, ormai è un poltronificio del governo

gse.jpg
Roma, 27 aprile 2016 – «Burocrati di Stato e funzionari della politica: ecco come il Governo li ricicla nelle aziende pubbliche. Ovviamente a spese dei cittadini e beffando i principi della trasparenza».
Lo afferma il deputato del M5S in Commissione Attività Produttive, Andrea Vallascas, che ha presentato un’interrogazione ai Ministeri dell’Economia e delle Finanze e delle Attività Produttive, sul caso del giurista Carlo Malinconico, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri nel governo Monti, che avrebbe ricevuto diversi incarichi legali dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse).
«Alcuni giornali – spiega Vallascas – hanno parlato di “campione di incarichi legali” ottenuti per rappresentare gli interessi del Gse in diversi contenziosi giudiziari. In passato, il giurista ha ricoperto numerosi incarichi in posizioni di rilievo in istituzioni pubbliche e private. Tra le altre cose, è stato avvocato dello Stato, magistrato Tar, consigliere di Stato, professore alla Ssef, direttore generale dell’Autorità per l’energia, segretario alla presidenza del consiglio con Romano prodi e presidente della Federazione Italiana Editori Giornali».
«Un aspetto non secondario – prosegue l’esponente del M5S – è come si è conclusa l’ultima esperienza politica. Dal 2011 al 2012, per poco più di un mese, è stato sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri nel Governo Monti. Fu costretto a dimettersi a seguito dell’inchiesta sulla ricostruzione dell’Aquila. Non c’era nessun addebito nei suoi confronti, ma saltò fuori un suo legame con imprenditore coinvolto nell’inchiesta De Vito Piscicelli. L’imprenditore avrebbe pagato a Malinconico, e a sua insaputa, una vacanza a Porto Ercole».
«Il Gse – conclude Vallascas – ricopre un ruolo strategico nello sviluppo, nella diffusione e nell’incentivazione delle fonti rinnovabili, con un valore stimato degli incentivi riconosciuti pari a 13 miliardi di euro. Considerate la complessità del sistema e gli oneri a carico dei cittadini, è auspicabile che i criteri di selezione di consulenti siano quanto più trasparenti, evitando soprattutto concentrazioni di incarichi solo su alcuni professionisti».