Consumo di suolo: il “comitato d’affari” al governo fa regali ai cementisti

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Siamo alle solite. Siamo all’ennesima legge il cui contenuto prevede l’esatto opposto di quanto annunciato nel titolo.
Stavolta si tratta del provvedimento contro il consumo di suolo, un problema che sta moltissimo a cuore a tanti cittadini, al M5S, e che il governo e la maggioranza sono stati alfine quasi costretti a prendere in considerazione. Avrebbero preferito non farlo, e infatti si vede dai risultati: il testo è stato talmente stravolto dalla maggioranza, che quello in discussione è diventato addirittura un testo a favore del consumo di suolo.
Qualche esempio? La definizione di ‘area urbanizzata’ che considera area edificata anche i parchi urbani; il concetto di ‘compensazione ambientale’ per il quale è consentito il consumo di suolo agricolo, se si deimpermeabilizza il suolo già impermeabilizzato; l’incomprensibile invenzione dei compendi agricoli neorurali, che di fatto semplifica la possibilità di trasformare in edificabili i terreni agricoli.
Ma siccome i cementificatori non sono mai sazi, arriva anche la solita manina dell’ultimo minuto: con un emendamento si introduce un concetto nuovo, con il quale si va in deroga ai già larghissimi limiti della legge anche i progetti per i quali è stata presentata solo l’istanza per l’approvazione. Insomma, per dare il via libera alle nuove costruzioni quasi “basta il pensiero”. E di chi è la manina che si è prestata a questa ennesima porcheria? Naturalmente di due deputati del PD, sempre pronto ad elargire generosi provvedimenti alle peggiori lobby, da quelle finanziarie a quelle, appunto, cementiste.
E mentre le manine operose allentano le maglie e tolgono paletti, ogni secondo che passa l’Italia perde 8 metri quadrati di territorio, 55 ettari al giorno che cedono irreversibilmente il passo al cemento. Ma tutto fa business: succederà l’ennesima tragedia del dissesto, si stanzieranno altri soldi per l’emergenza, qualcuno ne godrà. I comitati d’affari funzionano così.