Decreto scuola: solo una pezza alla vergognosa riforma di luglio

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A luglio 2015 pensavamo di avere toccato il fondo, con un governo che portava a casa una vergognosa riforma della scuola a colpi di fiducia, e pensavamo di aver esaurito la nostra rabbia e il nostro dolore. E invece oggi ci ritroviamo con l’ennesimo voto di fiducia per portare a casa un decreto che la propaganda del governo chiama ‘scuole-belle’ ma che è solo il tentativo di mettere una ‘pezza’ alla vergognosa riforma della scuola.
La verità è che con questo provvedimento si creano altri conflitti, altre discriminazioni ed altri contenziosi e non si risolvono gli effetti negativi che sapevamo la riforma della scuola avrebbe prodotto. Ecco alcuni esempi.
Il decreto proroga per l’ennesima volta gli appalti per la pulizia nelle scuole, ma così facendo ignora il monito che il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone aveva dato a Parlamento e governo, dicendo basta alle procedure di proroga perché producono dinamiche poco virtuose, come peraltro raccontano anche i fatti di cronaca legati a Mafia Capitale. Il M5S ha proposto un disegno di legge per re-internalizzare questi servizi, per ricostituire l’organico dei collaboratori ausiliari e uscire dal solco delle proroghe, ma il governo ha preferito ignorare la nostra proposta e soprattutto quella dell’Anticorruzione.
Un altro problema è nel piano delle assunzioni straordinarie della riforma, che ha creato una generazione di insegnanti precari con la valigia, che magari dalle città del sud sono stati costretti a prendere un aereo per andare a lavorare al nord nell’organico del potenziamento, quindi a vagare come fantasmi dentro le scuole. Il decreto scuola indirettamente ammette il pasticcio e prevede una deroga e la possibilità di chiedere l’assegnazione provvisoria, in barba a tutta una categoria di insegnanti che non hanno partecipato alla fase B del magnifico piano di assunzioni straordinarie e hanno deciso di rimanere a casa loro, nella speranza poi di ottenere una cattedra.
C’è poi il dramma della supplentite, che la riforma avrebbe dovuto sanare e invece siamo punto e a capo: oggi ci ritroviamo con supplenti che hanno lavorato ma che da mesi non ricevono lo stipendio. Il decreto scuola regolamenta il pagamento delle supplenze brevi, ma non sana queste gravissime situazioni pregresse.
Poi abbiamo il bonus di 1.000 euro a studente disabile per le scuole private e paritarie. Non ci sono dubbi che tutta la disabilità andrebbe sostenuta, ma in questo caso il governo sceglie di dare ulteriori fondi alle private, abbandonando le scuole pubbliche, dove il sostegno è ancora una chimera, c’è un grave problema di organico e ancora esistono problemi per aiutare questi bambini nelle operazioni più semplici, come quella di recarsi ad una toilette.
Infine, c’è la spinosa questione dell’Isee a testimoniare definitivamente la prepotenza e l’incompetenza di questo governo che, con un atto di aggressione parlamentare, infila in questo decreto un emendamento che tocca una materia complessa e articolata, che non può esaurirsi in una modifica estranea alla materia del decreto.