Cultura: riorganizzare servizi museali e ridare centralità a ruolo del pubblico

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Approvata alla Camera la Mozione M5S sui servizi aggiuntivi museali. Sì al profitto ma primo beneficiario non può essere il gestore

ROMA, 22 giugno 2016 – “I servizi aggiuntivi museali rivestono un ruolo fondamentale per la valorizzazione del patrimonio e per la promozione della conoscenza culturale. Proprio per questa ragione ci attendiamo che il governo si impegni quanto prima a tradurre in atti il contenuto della nostra mozione, approvata ieri dall’Aula della Camera, che mira a individuare un modello organizzativo gestionale, efficiente ed efficace, che racchiuda in sé un adeguato sistema di promozione e comunicazione che renda fruibili al meglio i luoghi di cultura. Dunque, sui servizi aggiuntivi è certamente possibile ragionare in termini di profitto, ma il primo beneficiario deve essere il proprietario del bene e non, come avviene oggi, il gestore”.

Lo affermano i deputati M5S commentando il “sì” alla mozione a prima firma Simone Valente.

“Servizi aggiuntivi museali e fruizione del bene culturale devono camminare di pari passo e, per tale ragione, nell’ambito del processo di privatizzazione del patrimonio artistico avviato con la legge «Rochey» (1997), non possono rientrare quelli necessari a svolgere un’effettiva azione di valorizzazione. Tra questi, in particolare, ci sono i servizi educativi, o didattici, fondamentali ai fini della costruzione e condivisione del sapere. Non meno importanti sono i segmenti dell’editoria e della produzione di mostre perché rappresentano strumenti di traduzione e diffusione della conoscenza prodotta sul e dal patrimonio culturale. In conclusione: servizi il cui espletamento non richiede personale formato sulle discipline del patrimonio – ristorazione caffetteria, biglietteria, assistenza di sala, guardiania, bookshop – possono certamente essere affidati al privato ma, rispetto agli altri casi sopra citati, è necessario che siano ricondotti all’interno della missione pubblica”.