Missioni militari. Ma i soldi chi ce li mette? Le imprese italiane!

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Ieri abbiamo abbandonato le aule delle Commissioni Esteri e Difesa. E’ un gesto serio, ma che ha una ragione gravissima.
Si discuteva del rifinanziamento delle missioni militari all’estero, quelle missioni contro cui combattiamo da tre anni e che costano al nostro Paese centinaia di milioni l’anno. Invece di cominciare a ragionare sul ritiro, invece di iniziare a tagliare i costi di spedizioni che costano solo in vite umane -italiane e non- il governo non solo rifinanzia, ma ha avuto la bella pensata di andare a cercare i soldi nel fondo per le imprese.
Proprio così: ben 124 milioni di euro, già destinati alle imprese italiane, sono stati sottratti al tessuto produttivo del Paese e dirottati sui carri armati. E per altri 30 milioni si è attinto addirittura al fondo “indifferibile”, così definito proprio perché (in teoria) i soldi non possono essere toccati.
Ma al governo interessa poco delle regole, i fondi si arraffano e si spostano a piacimento con buona pace di chi ci rimette, ossia sempre i soliti: cittadini e imprese. Il M5S, nelle Commissioni, ha provato in ogni modo ad arginare questa emorragia di sprechi, ma invano. La maggioranza obbediente a Renzi ha risposto sempre e solo no.
Per protesta, allora, abbiamo abbandonato lavori dove regole e buonsenso vengono calpestati con la massima indifferenza. Ma chiediamo ai cittadini di ricordare bene cosa è appena accaduto, in particolare quando il governo ricomincerà con la tiritera del “non ci sono i soldi” e “non ci sono le coperture”.
Le coperture e i soldi c’erano eccome, ma sono finiti in tasca ai signori della guerra.