M5S a Gentiloni: tagliamo i fondi a chi finanzia il terrorismo!


Il ministro degli Esteri nella sua informativa in Senato sull’attentato di Dacca ha mostrato una visione quasi “romantica” della lotta al terrorismo, ma non corrisponde alla realtà e non corrisponde neppure alle operazioni necessarie che il nostro Paese, per primo, dovrebbe mettere in campo per un’efficace lotta al terrorismo.
Una visione romantica emersa soprattutto a proposito dell’attrazione simbolica che questi gruppi esercitano nei confronti di frange di popolazione povera o meno povera come emerso dall’ultimo attentato. Non basterebbe alcuna attrazione simbolica se questi gruppi non ricevessero fiumi di denaro, o armamenti, dai governi occidentali o dai governi wahabiti.
Denaro di provenienza “petrodollara” che arriva a Daesh, agli altri gruppi e alle schegge impazzite che in questi giorni stanno mostrando come il contesto globale del fenomeno terroristico internazionale effettivamente stia cambiando. Perché la minaccia è globale, ma non dobbiamo dimenticare che nella lotta al terrorismo vi sono anche delle novità, come i gruppi più o meno autonomi che hanno licenza di uccidere.
Il governo non spiega, ancora una volta, come intende isolare qualsiasi governo che finanzi in maniera diretta o indiretta le formazioni terroristiche a ogni latitudine, dal Medio all’Estremo Oriente, dal Nord Africa al Centro Africa, all’Est europeo. Lo ribadiamo noi: con una serie di sanzioni che il M5s ha sempre proposto, e che devono essere avviate e sostenute in maniera seria e dura in sede nazionale ed europea. Tagliamo i fondi a chi finanzia materialmente queste formazioni terroristiche, perché sappiamo chi sono. Lo sa la nostra intelligence e soprattutto lo sanno le intelligence dei Paesi nostri alleati.
Un’azione coordinata possibile soltanto se abbandoniamo quella visione romantica, se pigiamo l’acceleratore forte sul denunciare sempre e comunque le connivenze tra i governi occidentali e chi da loro viene finanziato, e con quei soldi procura armi e tecnologia militare. E non solo quando queste sono usate contro i nostri connazionali.