Guardia medica: il governo non muove un dito e così fa il gioco dei privati

guardia_medica.jpgROMA, 15 luglio 2016 – “La risposta priva di contenuto e totalmente vaga che ci ha fornito oggi il ministero della Salute rispetto al fondamentale tema della continuità assistenziale è di per se una conferma del progetto ben preciso che il ministro Lorenzin persegue sotto traccia: smantellare il Servizio Sanitario Nazionale per indebolirlo fino al punto di spingere sempre di più i cittadini nelle braccia del sistema privato. Abbiamo chiesto come si intendesse garantire il diritto alla salute alla luce della riduzione della guardia medica imposta dal governo: la risposta è stata il vuoto assoluto”.

Lo affermano i deputati M5S in commissione Affari Sociali commentando la risposta del sottosegretario Vito De Filippo all’interpellanza urgente a prima firma Dalila nesci.

“Ricordiamo che il nuovo atto di indirizzo per il rinnovo dell’accordo collettivo nazionale dei medici convenzionati stabilisce che la continuità assistenziale sia prevista per sole 16 ore al giorno e non più per 24. Al contempo, il decremento del servizio finora garantito dalla guardia medica ricadrà sul 118 – misura in contrasto con le norme in vigore, che distinguono le tipologie di assistenza -. Chi garantirà il diritto alla salute in molte aree del Paese, soprattutto quelle insulari, interne e montane, una volta che verrà ridotta l’attività della guardia medica? Dal dicastero di Viale Trastevere sono giunte parole completamente prive di contenuto.

Abbiamo anche chiesto di fornirci i dati statistici relativi ai servizi di guardia medica – numero dei punti di guardia medica, numero dei medici titolari, numero delle ambulanze e dei medici e soccorritori del 118 – ma nemmeno in questo caso il ministero è stato in grado di fare il suo dovere.

L’esecutivo continua a nascondersi dietro a una foglia di fico ma il suo intento è chiaro ed è stato anche recentemente manifestato pubblicamente dal ministro Lorenzin quando ha affermato che “pubblico o privato non fa differenza, purché funzioni”. Nel frattempo però, invece di investire nel pubblico, continuano a tagliare pesantemente il Ssn e resta inapplicata la legge 161/2014 sui turni di riposo del personale medico, varata in sede Europea dal 2003. Un approccio per nulla equidistante”.