Libia: l’Italia va in guerra e Gentiloni va su Twitter anzichè in Parlamento

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Sulla Libia il ministro Gentiloni preferisce dare linee di politica estera italiana in Tv o su Twitter, pronandosi alle direttive americane, dimenticando che l’Italia è una Repubblica parlamentare, ed è lì che si compiono le scelte importanti per il Paese.
Vorremmo un governo che prendesse posizione rispettando almeno il popolo italiano, visto che dei parlamentari ha dimostrato oggi di non avere alcuna considerazione. Invece assistiamo al riproporsi delle solite vecchie logiche, quelle che hanno portato nel 2011 a bombardare la Libia e a trovarci, fra l’altro, in una situazione di emergenza migratoria che stiamo ancora affrontando. Per non parlare del rischio di attentati terroristici, che potrebbero aumentare in conseguenza all’utilizzo delle nostre basi.
Il Movimento 5 Stelle sulla Libia ha le idee molto chiare, e le ha presentate con delle mozioni di politica estera che sono state portate in Aula, al contrario dei ministri di questo governo, Gentiloni e Pinotti, che non hanno nemmeno il coraggio di venire a metterci la faccia. In particolare, siamo contrari all’uso di basi italiane per questa missione, che non condividiamo. Siamo contrari anche all’uso delle armi: non si può risollevare la situazione in Libia bombardando. È importante portare il Paese unito a nuove elezioni, in data certa, sotto l’egida dell’Onu, e nel frattempo aprire un tavolo di stabilizzazione con i soggetti e i referenti locali.
Per questo i parlamentari del M5s sono usciti per protesta dall’Aula dove erano convocate le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, non appena iniziata l’informativa dei sottosegretari. Gentiloni e Pinotti dove sono?